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Primarie: il secondo confronto

La sfida si scalda
ora spuntano
anche le diversità

Ieri sera al teatro San Marco il secondo dei tre incontri tra gli aspiranti successori di Variati
Luca Ancetti, direttore del GdV, con Bulgarini d'Elci, Dalla Rosa e Possamai
Luca Ancetti, direttore del GdV, con Bulgarini d'Elci, Dalla Rosa e Possamai
Vicenza, primarie centrosinistra: secondo incontro (GOBBO)

VICENZA. Buona la seconda. Magari al teatro San Marco non c'è il tutto esaurito (tutt'altro, 150 persone al massimo), e perfino tra i fan dei tre candidati c'è qualche defezione di troppo. Però, ed era ora, si cominciano ad apprezzare le differenze. Il 3 dicembre, giorno del voto, si avvicina e sul palco delle primarie del centrosinistra vola qualche salutare coltellata dialettica. Si comincia a capire, a giudicare dalle reazioni e dalle diverse posizioni su alcuni temi chiave, che il vero candidato, come dire, di rottura è Otello Dalla Rosa. Il quale, pur iscritto al Pd, ha intenzione di rovesciare il banco. Un banco che invece, con diverse gradazioni, Jacopo Bulgarini d'Elci e Giacomo Possamai vorrebbero rafforzare o modificare.

 

Ci pensa Luca Ancetti, direttore del Giornale di Vicenza, a stanare un pochino i contendenti. E parte chiedendo a tutti se dà loro fastidio essere copiati dai rivali. Il riferimento, non troppo velato, è a un post al vetriolo che Bulgarini d'Elci ha pubblicato su Facebook a proposito di quello che ritiene plagio di programma perpetrato da Dalla Rosa sul vigile di quartiere e sugli alberi da piantumare a Campo Marzo. Ed è Dalla Rosa il primo a replicare. «Ci sono diversi punti che per forza di cose sono in comune - osserva - e altri assolutamente "incopiabili". La bellezza di Bulgarini non la copia nessuno e io invece non penso che lui mi stia copiando se scopre che esistono i quartieri e i mercati». «Siccome dopo il 3 dicembre dovremo scrivere un programma comune - dice il diplomatico Possamai - è meglio condividere tante cose. Certo, condividere non è un peccato ma sarebbe buona cosa citare la fonte». «Mi scuso per essere andato per i quartieri e per i mercati - scherza Bulgarini - ma sono rimasto un po' sorpreso nel vedere Otello citare puntualmente alcuni dettagli delle proposte che avevo appena formulato. Mi ha fatto piacere che siano diventati patrimonio comune: non lo considero un furto, semmai un prestito».

 

L'atmosfera si scalda e le differenze si fanno più marcate. Sul Parco della Pace, Dalla Rosa è accusato dagli altri due di non aver ben capito il nocciolo della questione e di dire cose non precise. E lo stesso Dalla Rosa a un certo punto prende le distanze da quello che ritiene il professionismo della politica: ogni riferimento a Variati pare voluto. Su questo Bulgarini dissente: «Quando Otello dice che non vivrà di politica - attacca - io ricordo che il sindaco di Vicenza richiede un'attività a tempo pieno e l'impegno è totale». «Io ho solo detto - replica Dalla Rosa - che dopo aver lavorato in azienda voglio prestare un servizio alla città, vivendo per 5 anni dello stipendio da sindaco e accelerare la realizzazione del programma evitando i tempi morti della politica. E poi torno a lavorare». Possamai è più vicino a Bulgarini, «anche se - dice - io vivo del mio lavoro in azienda. Ma se realizzare il programma richiedesse più tempo non vedo perché non ricandidarsi per un altro mandato».

 

In Dalla Rosa si percepisce l'insofferenza verso un modo di fare politica, quello di Variati e, a cascata, di Bulgarini e Possamai, che ritiene troppo lontano da un modello di efficienza di tipo aziendale. Dall'altra parte la diffidenza è ricambiata: la politica vuole i suoi tempi e buttar giù tutto non è una strategia che possono condividere. Possamai tradisce una passione verace per la politica vera, alta. E non gradisce che venga messa in discussione. Ecco, ieri sera i pochi vicentini a San Marco hanno visto tre gradazioni diverse dell'idea di sindaco. E dal giochino che Ancetti ha fatto fare alla fine ai tre candidati hanno appreso che tutti hanno marciato contro il Dal Molin, che Bulgarini e Possamai si sono fumati almeno uno spinello (Dalla Rosa no), che Dalla Rosa e Possamai sono credenti (Bulgarini no) e che Variati e la sua giunta meritano voti alti (9 e 7,5 da Bulgarini, 8 e 7 da Possamai) e discreti (7 complessivo da Dalla Rosa: «Una media tra 6 e 8», precisa per non smentire l'originario 6 meno). Sono tutti e tre di centrosinistra ma sono tre scelte davvero diverse. Primarie vere. Per questo si può già dire che è una bella partita.

Marino Smiderle

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