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Il caso

Film filorusso, stop dei Saveriani. «Niente sala, troppe polemiche»

«Abbiamo ritrattato la disponibilità, perché non vogliamo in alcun modo prestare il nostro nome a illazioni»

Un nuovo capitolo, forse l'ultimo. I missionari Saveriani hanno messo la parola fine a una vicenda che, settimana dopo settimana, era diventata un vero e proprio caso, tra proteste, polemiche, appelli e dibattiti.

Al centro di tutto la proiezione del film "Il testimone" organizzata da "Assemblea Vicenza No Guerra No Nato in collaborazione con Donbass Italia". La serata filo russa doveva tenersi venerdì nella sede dei missionari Saveriani in viale Trento, dopo il rifiuto del Comune di concedere villa Tacchi agli organizzatori ritenuti troppo schierati dalla parte di Putin. «Siamo da sempre impegnati a mantenere aperto il dialogo ed il confronto culturale con tutti - si legge in una nota dei Saveriani -. Anche per questo motivo, avevamo inizialmente accolto la richiesta di un gruppo che desiderava proiettare un film. Solo dopo abbiamo saputo che sarebbe seguita la discussione insieme ad alcuni giornalisti».

«Accogliamo da sempre le richieste di attività di molti gruppi che ci contattano per ritrovarsi - si spiega ancora - tuttavia questo non significa che come missionari saveriani approviamo e condividiamo i loro orientamenti politici e culturali».

Nei giorni scorsi sulla questione era intervenuto Kalyna, il comitato spontaneo della comunità ucraina. Il film, avevano detto, è «patrocinato dal ministero della difesa della Federazione russa e un esempio lampante di propaganda russa».«Viste le ripetute e pesanti critiche ricevute, abbiamo ritrattato la disponibilità data perché non vogliamo in alcun modo prestare il nome dei saveriani a illazioni: laddove siamo, in tutto il mondo, costruiamo relazioni di pace e formiamo alla cultura critica per la pace - ha considerato padre Silvano Zordanello, responsabile della comunità di Vicenza -. Ci sembra importante infatti andare alla radice dei problemi, anche quelli politici, e talvolta può essere importante ascoltare opinioni divergenti per formarsi una propria idea critica». «Abbiamo scelto anche questa volta la via della pace per non favorire ulteriori polemiche e discordie - conclude - e nel caso specifico è significato per noi ritrattare la disponibilità data inizialmente e chiarire la nostra posizione che è per la convivenza pacifica di popoli, culture e religioni»

Claudi Milani Vicenzi

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