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Vicenza

Dopo cinque mesi
funerale per Peter
il vagabondo

Peter era un grande amante dei cani e degli animali
Peter era un grande amante dei cani e degli animali
Peter era un grande amante dei cani e degli animali
Peter era un grande amante dei cani e degli animali

Paolo Mutterle

Non amava solo i suoi cani, Peter, al secolo Predrag Layzer. Il clochard che per anni ha riempito di animali e sorrisi i portici del Corso amava anche i vicentini, che ieri hanno ricambiato salutandolo per l’ultima volta con affetto e commozione nella cappella delle celle mortuarie dell’ospedale.

Peter se n’era andato in silenzio alla metà di giugno proprio al San Bortolo, stroncato da un malore all’età di 60 anni. Ma risalire alla sua identità non è stato facile e solo a cinque mesi di distanza si sono potuti celebrare i funerali, dopo il vano tentativo di contattare i parenti in Serbia.

Una cerimonia sobria ma commossa, con molti amici e conoscenti arrivati grazie al “passaparola” di chi gli aveva voluto bene e non lo dimenticherà. «Peter ha segnato la nostra vita e vale la pena ricordarlo con la nostra preghiera», ha detto dall’altare padre Giorgio, cappellano dell’ospedale.

Quella vicentina era stata la terza vita di Peter, nato in Serbia e battezzato come Predrag. Lì aveva vissuto buona parte della sua esistenza, anche se non amava parlare molto del suo passato. Nel 2004 si era trasferito in Germania e poi, da solo, era arrivata in città. Non era un senzatetto: un vicentino gli aveva messo a disposizione un terreno in zona Laghetto e lì Peter aveva piantato le sue roulotte, dove dormiva assieme agli inseparabili Charlie, Rex e Orso.

Di giorno, invece, era solito sostare nei portici davanti al cinema Odeon. Non chiedeva l’elemosina, ma si accontentava di un caffè o dell’aiuto di chi gli voleva bene e gli portava qualcosa da mangiare, una brioche o un panino. E lui sapeva farsi benvolere anche per l’amore che riservava ai suoi amici a quattro zampe. E anche a quelli che gli passavano davanti, come il bovaro del Bernese che abbraccia nell’unica sua foto rimasta in circolazione.

Erano stati gli agenti del posto di polizia dell’ospedale a ricostruire la sua storia, grazie alla collaborazione dell’Interpol e delle forze dell’ordine tedesche. Avevano scoperto la “parentela” con un figlio non riconosciuto che vive in Serbia.

«La sua è stata una vita tutta in salita - ha ricordato l’amica Denise Emari - ma lui era ben attrezzato. È arrivato alla fine della strada, in cima alla salita, con i suoi scarponi di montagna. Aveva le scarpe giuste. Ora speriamo possa proseguire il viaggio con la sua bici e i suoi cagnolini». Che in attesa del loro giorno hanno trovato per il momento una casa terrena grazie all’intervento dell’Enpa, che fin da subito si era interessato delle sorti dei tre animali.

Anche Rosanna e Birillo hanno portato il loro messaggio di saluto, assieme ad altri amici.

Preghiere, ricordi e alcune parabole tratte da “Il Canto del Grillo” di Bruno Ferrero hanno segnato la cerimonia di addio a Layzer, che riposerà nel cimitero di Vicenza.

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