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Bassano/Asiago

L'omicidio del camper. «Giulia Rigon è stata uccisa da un colpo al petto»

È quanto riferito in aula dai periti del collegio giudicante. Ferite compatibili con l’anello che l’imputato portava alla mano sinistra
A sinistra Henrique Cappellari, 29 anni, accusato di omicidio volontario; a destra la vittima, Giulia Rigon, 31 anni
A sinistra Henrique Cappellari, 29 anni, accusato di omicidio volontario; a destra la vittima, Giulia Rigon, 31 anni
A sinistra Henrique Cappellari, 29 anni, accusato di omicidio volontario; a destra la vittima, Giulia Rigon, 31 anni
A sinistra Henrique Cappellari, 29 anni, accusato di omicidio volontario; a destra la vittima, Giulia Rigon, 31 anni

La morte di Giulia Rigon è stata causata da un fortissimo colpo al petto, sferrato con violenza tale da fratturarle lo sterno
È quanto hanno determinato i periti, ossia il medico-legale Claudio Rago di Padova e il professore di medicina legale dell’Università di Udine Carlo Moreschi incaricati dal presidente del collegio giudicante, Lorenzo Miazzi, di fare chiarezza sulle cause del decesso della giovane commessa asiaghese. 

L'omicidio

Giulia Rigon era stata trovata priva di vita nella notte tra il 18 e 19 dicembre del 2021 nel camper che condivideva con il 33enne originario di Foza Henrique Cappellari e parcheggiato in via Capitelvecchio a Bassano
Per quella morte è incorso da tempo davanti alla Corte d’Assise in tribunale a Vicenza un processo a carico del fidanzato che rimane l’unico imputato con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

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I medici legali

Secondo i medici legali incaricati dalla Procura il colpo inferto a Giulia, la cui famiglia è difesa dagli avvocati Antonio Marchesini e Marilena Gasparella, era forte abbastanza di provocarle un arresto respiratorio che è poi risultato fatale alla giovane sostenendo poi che ogni altra dinamica ipotizzata dalla difesa è priva di qualsiasi riscontro concreto. 
Confermando quindi quanto sostenuto già nell’aprile scorso dal perito della Procura Giovanni Cecchetto. 
Così come le ferite attorno al punto d’impatto sul torace sarebbero compatibili con l’anello che Cappellari, difeso dall’avv. Dario Lunardon, portava all’indice sinistro e con le lesioni alle mani di Cappellari rinvenute dai carabinieri la notte del ritrovamento del corpo della povera Giulia.

Accusa e difesa

La richiesta della perizia medico legale da parte dal presidente della Corte d’Assise, il giudice Miazzi, era sorta dopo un lungo confronto, spesso teso, tra i medici legali sulle cause del decesso e della presunta aggressione di Cappellari alla Rigon.
Da una parte, lo specialista Cecchetto nominato dalle pm Serena Chimichi e Alessia Grenna che sosteneva la compatibilità delle ferite con la ricostruzione fatta dagli inquirenti. 
Dall’altra il medico legale della difesa dell’imputato, Andrea Galassi il quale dal canto suo riteneva che vari particolari attribuiti alla ricostruzione fatta dalla Procura potessero invece trovare altre spiegazioni non imputabili a Cappellari che ha sempre professato la sua innocenza mantenendo la sua versione dei fatti. Una ricostruzione secondo cui in quel frangente Giulia fosse dal gradino del camper parcheggiato in via Capitelvecchio a Bassano e lui l’avesse soccorso subito dopo, riportando la giovane commessa all’interno del camper stesso.

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In chiusura del dibattimento il giudice Miazzi ha fissato le prossime udienze per il 6 e l’8 marzo per le ultime discussioni per poi passare, a distanza di tre anni dal delitto, alla conclusione del procedimento. 
Questo l’auspicio delle famiglie coinvolte nonché del territorio altopianese rimasto profondamente scosso dalla tragedia

Gerardo Rigoni

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