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Vicenza

Sventato attentato
a funzionario Onu
È un’esercitazione

La fase degli scontri di piazza simulati nell’area di addestramento di Longare. COLORFOTO ARTIGIANA
La fase degli scontri di piazza simulati nell’area di addestramento di Longare. COLORFOTO ARTIGIANA
Vicenza, esercitazione Coespu (COLORFOTO)

Hanno neutralizzato l’attentato terroristico ai danni di un alto funzionario e pochi minuti dopo sono intervenuti per sedare i disordini durante una manifestazione dei gruppi ribelli, degenerata in scontri e violenze. Niente paura, le operazioni che ieri hanno visto impegnati carabinieri e forze internazionali di polizia sono solo un’esercitazione, una delle fasi culminanti dell’“European union police services training II” (Eupst-II), un progetto finanziato dall’Unione europea che nella sua fase italiana è ospitato dal Centro d’eccellenza per le unità di polizia di stabilità (Coespu) di Vicenza. Si tratta di un programma triennale che prepara le diverse forze di polizia europee ed extra europee a lavorare insieme in scenari di crisi o di ricostruzione post bellica per ristabilire la pace. Ad essere coinvolti sono 207 tra carabinieri e poliziotti di 26 Paesi (dalla Francia all’Albania, dal Camerun alla Grecia, Turchia e Stati Uniti). Tutti chiamati da settimane a partecipare ad attività teoriche e pratiche, approfondimenti e simulazioni sotto la guida del generale di brigata Giovanni Pietro Barbano, direttore del Coespu, e dal suo parigrado Sebastiano Comitini, comandante della seconda brigata mobile dei carabinieri. Fino alla prova pratica che ha messo in scena i finti interventi.

Teatro dell’esercitazione l’area di addestramento di Longare dove poco dopo le 11, il “film” (la sceneggiatura è stata messa a punto in sei mesi di lavoro) ha preso il via in due atti, con un preciso copione: nell’immaginaria città di “Vicenzastadt”, capitale dell’altrettanto fantastica “Sariland”, gli scontri tra gruppi etnici sono fonte di instabilità politica. In questo contesto entrano in azione le forze internazionali di polizia sotto la regia dell’Ue, delle Nazioni unite o di altre organizzazioni internazionali. Il primo scenario è un attentato terroristico che mette nel mirino un alto funzionario, il secondo è un corteo di protesta che sfocia in disordini. Risultato: una messa in scena fatta di spari, fumogeni, giubbotti antiproiettile, scudi antisommossa e persino un mezzo blindato. Come nella realtà.

La sessione italiana del progetto è iniziata l’11 settembre e si concluderà oggi. Le operazioni hanno avuto come base la caserma Chinotto, sede del Coespu, ma anche i comandi territoriali dei carabinieri. I partecipanti si sono scambiati conoscenze operative sulle metodologie investigative o di intervento anche in settori particolari, come la tutela del patrimonio culturale, con simulazioni che hanno riguardato anche il recupero di reperti archeologici. «L’addestramento - osserva il generale Barbano - è una delle nuove frontiere delle missioni di stabilità perché consente alle forze di polizia locali di garantire nel più breve tempo possibile la sicurezza dei cittadini e riprendere la piena funzione del servizio di polizia».

Laura Pilastro

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