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Vicenza

Studenti in corteo
contro la riforma
Bassa l'adesione

Il corteo degli studenti in corso Palladio
Il corteo degli studenti in corso Palladio
Il corteo degli studenti in corso Palladio
Il corteo degli studenti in corso Palladio

VICENZA. La lotta alla “Buona scuola” non infiamma gli studenti. Erano poco più di un centinaio, infatti, con una punta massima di circa 200 durante il passaggio in centro storico, i ragazzi che questa mattina hanno partecipato al corteo promosso da Rete studenti e Coordinamento studentesco per protestare contro la riforma. 

 

I cortei dovevano essere due, ma l’esiguità di partecipanti ha fatto sì che ci fosse un solo camioncino a guidare i manifestanti, che sono partiti dalla stazione, percorrendo viale Roma e corso Palladio fino a piazza Matteotti per proseguire poi verso Campo Marzo e fermarsi all’esedra per un’assemblea, nella quale i partecipanti hanno espresso le proprie perplessità sulla riforma e sullo stato delle loro scuole. Molti hanno parlato di laboratori in cattive condizioni, computer obsoleti, connessioni lente o inefficaci o software antiquati e inadatti ad un insegnamento adeguato. Ma c’è anche chi si è scagliato contro i “presidi manager” e contro le 400 ore in tre anni di alternanza scuola-lavoro previste dalla riforma «perché non vogliamo diventare automi che vanno in fabbrica, ma persone libere di pensare». Nel mirino anche la possibilità di avere sponsor o fondi privati.

 

«Non rifiutiamo in toto la riforma – sottolinea Matilde Zambotto, di Rete studenti – anzi ci sono punti da valorizzare come il fatto che le scuole debbano restare aperte fino alle 17. Contestiamo invece il “preside manager” che non ci consentirebbe di avere più voce in capitolo sulle scelte dei consigli d’istituto e i fondi privati degli sponsor, che creerebbero scuole di serie A e B. Bisogna che si investa su tutte le scuole. Per quanto riguarda l’alternanza scuola lavoro deve esserci, ma tutelata, non deve trasformarsi in sfruttamento o tempo perso».

 

In piazza anche gli universitari. «Siamo qui perché appoggiamo Rete studenti – spiega Massimiliano Lincetto di Udu Padova – ma anche perché la riforma degli Isee sta creando grossi problemi e porterà ad una perdita del 20 per cento circa delle borse di studio, in un momento in cui le rette sono anche aumentate. Abbiamo ottenuto un incontro con il ministro, speriamo che interverrà per aiutarci».

 

Viola Terabin, del Coordinamento studentesco, è «delusa dalla partecipazione di oggi, ma questo non ci ferma. Due anni fa alla prima manifestazione eravamo pochi, poi siamo arrivati all’occupazione. Abbiamo a che fare con studenti sfiduciati che si disinteressano di ciò che accade fuori, dobbiamo trovare modi per coinvolgerli».

Maria Elena Bonacini

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