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Vicenza

Rissa ed esplosioni
al bar Calypso
Svolta nelle indagini

Il bar Calypso dopo l'esplosione
Il bar Calypso dopo l'esplosione
Il bar Calypso dopo l'esplosione
Il bar Calypso dopo l'esplosione

VICENZA. Dopo un mese di indagini sull’esplosione che all’inizio di settembre aveva devastato gli interni del bar Calypso gli inquirenti sono vicini a una svolta. L’attività investigativa svolta dalla squadra mobile della polizia e dalla procura ha portato a chiarire cosa ha provocato le fiamme e il conseguente botto che ha divelto una finestra e distrutto il condizionatore, mobili e alcuni serramenti.

L’episodio che era avvenuto in un martedì pomeriggio, quando il locale era chiuso, aveva seguito di qualche giorno un altro fatto di cronaca accaduto al Calypso, che non sarebbe però collegato alla successiva esplosione.

 

Nella serata di sabato il bar si era trasformato in un campo di battaglia, diventando teatro di una violenta rissa tra un gruppo di italiani e uno di nordafricani. Una lite nella quale, a un certo punto, erano comparse delle lame, tra le quali quella di una mannaia estratta da uno dei contendenti. Diversi dei litiganti avevano bevuto alcolici e solo per un caso nessuno si era fatto male; ma la rissa secondo il racconto di una ragazza era sfociata in rapina, dato che le era stata presa di mano la borsetta che conteneva soldi e un telefono cellulare.

Qualche giorno più tardi una violenta esplosione aveva sconvolto la tranquillità della via del centro storico, di fronte al liceo Pigafetta. I vetri della porta erano stati scagliati oltre la strada finendo contro i muri dell’istituto scolastico, fortunatamente mentre nessuno transitava nei paraggi. L’inferriata metallica della finestra laterale era stata letteralmente divelta. Il titolare del Calypso, Mattia Concato, aveva raccontato di aver subito delle minacce. L’esplosione sembrava avere insomma tutti i connotati di una vendetta. Anche se gli inquirenti fin dai primi momenti sono stati molto prudenti sulla matrice del presunto attentato. E ora dalle indagini trapela infatti che i due fatti, al di là di una coincidenza temporale, non sarebbero collegati.

 

Resta confermata invece la matrice dolosa dell’incendio. All’interno del bar erano stati trovate infatti tracce di benzina. Il liquido infiammabile era stato sparso sopra a degli stracci posati su alcuni vassoi. I vapori del carburante avevano poi causato l’esplosione. Per questo il pubblico ministero Paolo Pecori ha individuato un ingegnere esperto di esplosioni, chiamato a confermare dal punto di vista tecnico come siano andate effettivamente le cose

P.MUT.

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