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Vicenza

Richiedenti asilo
l’accoglienza
diffusa è un flop

Richiedenti asilo in arrivo all’hotel Adele di via Medici, la struttura più affollata in città. ARCHIVIO
Richiedenti asilo in arrivo all’hotel Adele di via Medici, la struttura più affollata in città. ARCHIVIO
Richiedenti asilo in arrivo all’hotel Adele di via Medici, la struttura più affollata in città. ARCHIVIO
Richiedenti asilo in arrivo all’hotel Adele di via Medici, la struttura più affollata in città. ARCHIVIO

Richiedenti asilo e il flop dell’accoglienza diffusa. La prefettura ci sta provando da un anno a convincere i sindaci. Ha tentato l’estate scorsa con la firma di un protocollo con gli enti locali appartenenti all’Ulss 4 dell’Alto Vicentino - con l’obiettivo di distribuire i migranti nei Comuni, con un rapporto di due ogni mille abitanti - ma con scarsi risultati. Anzi, praticamente nulli. «Torneremo alla carica - annuncia il prefetto vicario, Massimo Marchesiello - bisogna cercare di vincere mille pregiudizi. Spesso le cooperative ci chiamano, dicono che i sindaci appena sanno che sul loro territorio arrivano richiedenti asilo, cominciano a preoccuparsi. Le case non hanno più l’abitabilità o si trovano tante altre scuse. Vincere dubbi e perplessità non è facile, ma non abbiamo intenzione di demordere».

Quarantacinque su centoventuno: solo un Comune su tre accoglie profughi in tutta la provincia. Una percentuale bassa. Bassissima, se consideriamo che solo in città ce ne sono 588 sui 1.387 che sono in attesa di ottenere il riconoscimento dalla commissione territoriale. Gli altri 799 sono sparsi a macchia di leopardo, anche se le concentrazioni maggiori si registrano a Tonezza dove 70 giovani sono ospitati in un albergo e lo stesso vale per Sandrigo, Roana e Recoaro quando l’albergo individuato dalla cooperativa sarà agibile dopo i due incendi dolosi che hanno procurato non pochi danni e problemi alla struttura. «Finché il sistema che siamo riusciti a mettere in piedi tiene - aggiunge Marchesiello - andremo avanti, ma se la situazione dovesse peggiorare anche in vista dell’estate con un numero di arrivi maggiore, dovremo pensare come regolarci. Finora la prefettura ha scelto di non requisire alloggi e di non creare tendopoli, però serve maggiore collaborazione. Da parte di tutti». Facile a dirsi, non tanto a farsi.

Intanto il nuovo bando allargherà di 500 posti l’accoglienza, probabilmente altre cooperative si rimboccheranno le maniche, oltre alle 34 che stanno già gestendo un’emergenza iniziata nel marzo del 2014. In città l’hotel Adele rimane il punto di prima accoglienza con 100 posti letto sulla carta, ma non sempre è sufficiente. Il possibile hub individuato nell’ex scalo aeroportuale di via Sant’Antonino è naufragato almeno per i mesi invernali, ma non è detto possa tornare utile in estate quando non sarebbe necessario il riscaldamento. «Questo dipenderà dal Comune - conclude Marchesiello - non sappiamo se serve all’amministrazione subito o se possiamo utilizzarlo nei prossimi mesi, almeno per le 72 ore che concordate all’inizio. Punteremo su altri accordi con i sindaci, la distribuzione in base al numero dei residenti era una strada buona e, soprattutto, percorribile».

Chiara Roverotto

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