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Vicenza

Processo BpVi
I pm che indagano
sotto vigilanza

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Un momento di una della precedenti udienze preliminari
Un momento di una della precedenti udienze preliminari
Un momento di una della precedenti udienze preliminari
Un momento di una della precedenti udienze preliminari

VICENZA. Con l’udienza preliminare a carico di Samuele Sorato, l’ex direttore generale dell’istituto di credito, questa mattina si è riaperto di fatto il processo BpVi. Dibattimento istruito dai sostituti procuratori Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori che nei mesi scorsi sono stati sottoposti a quella che tecnicamente viene definita “vigilanza generica”. 

 

In sostanza è la stessa misura che era stata decisa a tutela del giudice per le indagini preliminari, Barbara Maria Trenti che aveva firmato il maxi sequestro di 106 milioni di euro a carico dell’ex Popolare di via Framarin dichiarandosi al contempo però incompetente dal punto di vista territoriale e facendo finire un troncone dell’inchiesta (poi tornato a Vicenza) a Milano. 

 

Precisato che da quando stanno indagando sul crac di BpVi, ovvero dal 2015, nessuno dei due pubblici ministeri avrebbe ricevuto minacce, la prefettura aveva comunque stabilito di predisporre nei loro confronti (così come a giugno dello scorso anno erastato stabilito per il gip Trenti) una “vigilanza generica”. Tradotto, significa che una pattuglia delle forze dell’ordine effettua passaggi davanti alle abitazioni dei magistrati che però non hanno mai avuto alcun tipo di scorta o di altra protezione particolare. A giugno dello scorso anno ad avviare l’iter che ha portato a prendere il provvedimento a tutela della Trenti (e che poi sarebbe stato esteso anche ai due sostituti procuratori) sarebbe stato il presidente del tribunale, Alberto Rizzo che aveva contattato il prefetto Umberto Guidato. Che a sua volta aveva quindi girato la richiesta al questore. Quello preso un anno e mezzo fa fu un provvedimento d’urgenza discusso e vagliato dal Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza.

Matteo Bernardini

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