VICENZA. Con la pistola in camera da letto o il fucile in garage. Per protezione, sport, caccia o professione, basta che spari. Perché come è riecheggiato anche ieri in piazza del Popolo a Roma alle celebrazioni leghiste per i sei mesi del Governo giallo-verde, «la difesa è sempre legittima». Uno slogan che i vicentini hanno fatto loro da anni, armandosi con regolarità arrivando a formare, nel 2018, un esercito di 3.653 detentori di porto d’armi, cui si aggiungono i circa 500 vigilantes in servizio in città.
Migliaia di persone con “licenza di sparare” che, sulla carta, si traduce nella certificazione rilasciata dalla questura e dalla prefettura per caccia, sport, difesa personale e mestiere. Non significa, va precisato, che tutti questi vicentini siano in possesso di armi ma che potenzialmente potrebbero averle.
Scendendo nel dettaglio, la maggior parte dei permessi, 2.421, sono a titolo “caccia”, 1.132 per motivi sportivi e 100 per difesa privata. Considerando solo i dati della questura aggiornati al 7 dicembre, ossia i 3.553 tesserini per caccia e sport, l’aumento rispetto allo scorso anno è stato di 131 unità, tenendo presente che la durata è pluriennale