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Vicenza

«Polveri sottili
e Pfas: il feto
è a rischio»

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Una termoculla come quelle necessarie a ospitare i neonati in difficoltà
Una termoculla come quelle necessarie a ospitare i neonati in difficoltà
Una termoculla come quelle necessarie a ospitare i neonati in difficoltà
Una termoculla come quelle necessarie a ospitare i neonati in difficoltà

VICENZA. L’invito, rivolto alle istituzioni, è accorato, fermo, deciso. L’inquinamento sta diventando un pericolo epocale: «Informate la gente su cosa fare per tutelare la salute. Nel Veneto l’allarme è ancora più grave. I Pfas sono una realtà a lungo trascurata che propongono problemi seri. Il rischio è maggiore durante la formazione del feto e nei primi 2 anni di vita del bambino. Occorre ridurre al massimo l’esposizione precoce all’ambiente deteriorato. Questi danni epigenetici sono reversibili. È la prevenzione a fare la differenza». Ernesto Burgio, pediatra ed esperto di punta dell’European cancer and environment research institute di Bruxelles, è uno dei massimi studiosi a livello mondiale del rapporto tra degrado dell'ambiente e salute umana. 
Nel Vicentino a fare paura è pure il particolato ultrafine. Le polveri sottili, così piccole da poter essere inalate, avvelenano il sistema respiratorio. Pesticidi, interferenti endocrini, metalli pesanti, sostanze chimiche, smog del traffico veicolare, sono killer lenti e silenziosi. Attraversano la placenta, agiscono sul software del Dna che è l’epigenoma e si forma nelle prime fasi della vita, lo sprogrammano, influenzano la formazione dei tessuti, lo sviluppo del cervello. «Sono a rischio - spiega Burgio - embrione, feto, bambino, ma gli effetti si sconteranno fra 20-30 anni sotto forma di disturbi del neurosviluppo, di malattie degenerative, patologi autoimmuni, Alzheimer, dislessia, autismo, allergie. Aumenteranno i tumori giovanili. Dilagheranno diabete e obesità».

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