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Primarie: il primo confronto

Pari e patta
fra i 3 candidati
"poco" nemici

Ieri sera il primo confronto fra i tre candidati del centrosinistra
I tre candidati alle primarie durante la prima assemblea moderata da Domenico Basso. COLORFOTO
I tre candidati alle primarie durante la prima assemblea moderata da Domenico Basso. COLORFOTO
Vicenza, primarie centrosinistra: primo incontro (GOBBO)

VICENZA. In platea c'è chi sgranocchia popcorn. E c'è chi, come l'inossidabile Giovanni Rolando, tiene orgogliosamente aperto lo striscione "Ruspe subito", non fidandosi evidentemente dell'ok definitivo, dopo 25 anni, dell'Anas alla tangenziale che dovrebbe mettere in sicurezza chi vive a poche centinaia di metri dal teatro Primavera di Santa Bertilla. Il cartellone della serata prevede un trailer di quella che potrebbe essere la Vicenza del post Variati ma a vederlo accorrono soltanto i fan dei tre aspiranti al ruolo di protagonista, quelli che sanno già che film vogliono vedere, che applaudono esclusivamente quando parla il preferito, che non cambieranno idea indipendentemente da quello che diranno Jacopo Bulgarini d'Elci, Otello Dalla Rosa e Giacomo Possamai.

D'accordo, assistere a uno spettacolo che vede sul palco delle primarie tre candidati di centrosinistra che si trovano d'accordo su tutto, che si dichiarano alleati e abbracciamoci tutti e vogliamoci tanto bene, ammettiamolo, non è uno spettacolo sconvolgente. Nonostante il pugnace tentativo di Domenico Basso, direttore di Tva Vicenza e moderatore della serata, scorre il rosolio sul palco e se il teatro ha diversi spazi vuoti (150 i presenti), quelli che dovrebbero essere riempiti da cittadini interessati a capire chi dei tre ha la stoffa per fare il sindaco, un motivo ci sarà. Eppure i tre ci credono e ce la mettono tutta. Tra l'altro Bulgarini e Dalla Rosa provano a beccarsi simpaticamente tra di loro («Mi hai copiato l'idea del vigile di quartiere», pizzica il primo. «E tu cominci a frequentare sagre dove prima non hai mai messo piede», replica il secondo).

 

Sì, sono tutti e tre diversissimi tra di loro, a prescindere dalla comune appartenenza all'universo politico del centrosinistra (Dalla Rosa e Possamai iscritti al Pd, Bulgarini d'Elci non ha tessere ma lavora al fianco di Variati da dieci anni), e si leggono nella filigrana delle loro dissertazioni tre progetti di Vicenza, o almeno tre modi di gestire Vicenza, completamente diversi.Bulgarini, per esempio, è quello che idealmente è il testimone della continuità della gestione Variati. «Giusto ricordare il degrado e le cose che non vanno - dice registrando il cahier de dolehance sciorinato dagli avversari, anzi, competitor - ma dobbiamo andare orgogliosi di quello che ha fatto questa amministrazione». E giù con la sua ammaliante idea di bellezza, arricchita da un annuncio personale: l'imminente matrimonio. Con l'aggiunta di una bacchettata stilistica ai giornalisti che svilirebbero l'immagine del sindaco che contrasta la criminalità chiamandolo "sceriffo": «Ma quando mai - tuona - inventatevi qualcosa di meglio».

 

E mentre Variati è a casa che lucida la stella, Dalla Rosa spiega la sua ricetta di una Vicenza che vuole diversa, molto diversa da quella che, secondo lui, finora ha meritato 6 meno meno. «Al primo posto metto i quartieri - attacca - quelli fuori dal centro dove c'è bisogno di ricostruire la comunità e di contrastare il degrado garantendo sicurezza». Si percepisce che il manager Dalla Rosa vuole prendere le distanze dal metodo Variati. Fra i tre, è quello che punta di più sulla "lontananza" da quel primo cittadino di cui è stato consigliere comunale negli anni 90. Possamai, il più giovane ma anche il più attento nei toni e analitico nell'approccio dei temi, sta nel mezzo. È stato capogruppo del Pd in Consiglio e sottolinea i meriti della giunta Variati. «Ma Vicenza è alla fine di un ciclo - sottolinea rivendicando una generazionale aspirazione alla discontinuità - sia economico, e penso al crac della Popolare e del declino dell'oro, ma anche politico. Variati ha segnato un'epoca. È arrivato il momento di disegnare il futuro della città e questo è il compito del sindaco che verrà».

 

Il popcorn è finito, Rolando arrotola lo striscione. Tutti contenti, hanno vinto tutti, a giudicare dagli applausi decisi e studiati giorni fa. Nessuno ha fatto gol in trasferta, ma nessuno ne ha subiti in casa. Ci sono altre due partite ma l'unica che conta davvero si giocherà il 3 dicembre. E lì vedremo se scorrerà ancora il rosolio.

Marino Smiderle

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