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Vicenza

Orge in villa
Assolto
l’ex assessore

L’imputato era accusato di sfruttamento della prostituzioneAlessandro Costa, ex assessore
L’imputato era accusato di sfruttamento della prostituzioneAlessandro Costa, ex assessore
L’imputato era accusato di sfruttamento della prostituzioneAlessandro Costa, ex assessore
L’imputato era accusato di sfruttamento della prostituzioneAlessandro Costa, ex assessore

Le orge filmate in villa non sono un reato. La corte d’Appello di Venezia, ieri mattina, ha assolto con formula piena - il fatto non costituisce reato - Alessandro Costa, 41 anni, di Barbarano. I giudici hanno accolto la richiesta della difesa, con gli avv. Paolo Mele senior e Nicola Guerra, ed hanno ribaltato il verdetto di primo grado: nel 2013 il tribunale di Padova aveva condannato l’imputato a un anno e mezzo di reclusione. Oggetto della contesa giudiziaria una decina di film pornografici, del genere “orgia”, che l’imputato organizzò assoldando attrici porno, non solo dilettanti, che pagava con i soldi che gli versavano i partecipanti. Di qui l’accusa di sfruttamento della prostituzione.

Costa, già assessore del paese e vigile urbano di Noventa, fu travolto nel gennaio 2011, quando venne arrestato dai carabinieri di Padova del capitano Bordin, dallo scandalo del giro di squillo via internet per il cui favoreggiamento è stato condannato a 2 anni di carcere. Anche per questa condanna è stato proposto ricorso in Appello.

La difesa sosteneva che se è vero che Costa si dilettava a interpretare il ruolo di regista e cameramen, non c’era riscontro del passaggio di denaro con le attricette, nessuna delle quali si era recata in aula a spiegare di essere stata assoldata dall’allora assessore in quota Lega Nord con delega alla sicurezza. Secondo i giudici di primo grado, il “regista” Costa da una parte incamerava 100 euro da chi voleva partecipare alle mini orge - massimo 4/5 persone -, mentre dall’altra scuciva denaro per venire incontro alle esigenze di profitto delle ragazze, le quali per sottoporsi a sedute di sesso sfrenato collettivo desideravano avere un vantaggio economico. Per la difesa si trattava di un’assurdità, visto che una delle donne asseritamente sfruttate era una nota pornostar. Le partecipanti alla pratica sessuale delle “gang bang” (rapporti sessuali di gruppo) erano delle professioniste per nulla sfruttate. I party che si trasformavano in set cinematografici a luci rosse erano avvenuti tra il 2006 e il 2008 in una villa sui colli Euganei a Teolo, nel Veronese e nella zona di Firenze, dove Costa affittava le dimore per il sesso di gruppo.

A processo a Padova erano finite anche altre persone, ritenute dei collaboratori di Costa, alcune delle quali avevano patteggiato la pena. L’indagine era stata avviata parallelamente a quella per i siti internet. Ma Costa si era industriato anche con la variante dei film domestici, anche se nelle more dell’inchiesta gli inquirenti avevano acquisito ulteriori elementi per i quali ha poi patteggiato 6.100 euro per truffa e falso per i certificati medici contraffatti inviati al Comune di Noventa, quando si assentava per malattia dal comando vigili. Da altre accuse, piovute nel frattempo, l’imputato è stato assolto.

Soddisfatta la difesa, che ha sempre sostenuto come l’imputato fosse estraneo a quelle contestazioni. Si trattava di sesso, certo estremo, ma non di reati. Non c’era sfruttamento, ma si trattava di “incontri conviviali” fra persone consenzienti che si divertivano, e che sapevano di essere filmate.

Diego Neri

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