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L’intervista

«Non conviene
sparare ai ladri
Chiamate noi»

Il colonnello Giuseppe Zirone, comandante provinciale
Il colonnello Giuseppe Zirone, comandante provinciale
Il colonnello Giuseppe Zirone, comandante provinciale
Il colonnello Giuseppe Zirone, comandante provinciale

Le settimane che precedono il Natale sono storicamente, per il Vicentino, quelle caratterizzate dall’emergenza furti, soprattutto in abitazione. I vicentini hanno paura e, come dimostra la cronaca, più di qualcuno è arrivato a sparare. «È un errore - sintetizza il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Giuseppe Zirone -. La legge prevede sì la legittima difesa, ma solo se il bandito aggredisce la persona, non il suo patrimonio». Che fare, allora? «Chiamate il 112 o il 113». Anche perché in questi giorni i servizi di controllo sono numerosissimi e i risultati, in termini di prevenzione e repressione, si vedono.

Perché è un errore sparare, colonnello Zirone?

Non bisogna sparare in nessun caso. Prendere il fucile o la pistola e fare fuoco è l’ultima risorsa. La legge contempla la legittima difesa, ma di fatto non contro i ladri. Pensate al caso Stacchio, per il quale peraltro la magistratura non ha ancora concluso gli accertamenti.

Quando si può, per la legge, fare fuoco?

Quando i malviventi minacciano l’incolumità delle persone. Non ad esempio quando i ladri stanno scappando. Sono altri gli strumenti che i cittadini hanno per la sicurezza delle loro case e delle loro proprietà.

Quali, colonnello? La gente ha paura...

Chiamare immediatamente chi è pagato per questo, cioè le forze dell’ordine. Ripeto, in queste settimane i servizi specifici di contrasto ai furti stanno dando risultati efficaci. E funzionano tanto meglio quando i cittadini collaborano. Ad esempio, a Villaga...

Cosa è accaduto?

Una signora ha visto un’auto sospetta e ha chiamato. Siamo arrivati con otto pattuglie. La macchina, rubata, era stata abbandonata; all’interno c’erano strumenti da scasso. Quella signora ha evitato chissà quanti furti.

Vi sono utili le segnalazioni?

Sono fondamentali. Fanno perdere tempo invece coloro che vengono a “verificare” la nostra attività. È accaduto che, durante un servizio, due persone, fra cui l’amministratore di un Comune della provincia, continuassero a passarci davanti, anziché farci lavorare contro i banditi.

Le ronde di cittadini, le cosiddette “sentinelle”, sono per voi preziose?

Certo, perché più siamo a dimostrare amore e attenzione per il territorio meglio è. L’importante è che l’attività dei cittadini non diventi una caccia alle streghe, come ogni tanto succede, e che la segnalazione non diventi ossessione o allarmismo. Perché non farebbe che far proliferare gli obiettivi inutilmente. Qualunque chiamata per noi è preziosa, purché sia tempestiva.

La considerazione che i vicentini hanno dei carabinieri è sempre elevata, ma molti ritengono che il vostro lavoro di contrasto al crimine sia vanificato da leggi troppo permissive. Non vi scoraggiate?

No, io guarderei il bicchiere mezzo pieno. Se il carabiniere lavora bene, e lo stesso fa il sistema sociale in cui viviamo, il ladro lo arresto una volta, e lo riarresto anche la seconda se esce subito. In galera i banditi ci vanno; e se scappano recuperiamo la refurtiva o gli arnesi da scasso, come è accaduto nelle ultime ore a Bassano e a Torri di Quartesolo. L’importante è che si crei una rete fra forze dell’ordine e i cittadini.

La sospensione condizionale della pena, però, pare vanificare gli sforzi vostri e della polizia.

No, non è così. Certo, c’è la sospensione, ma fino ad un certo punto. La recidiva, prevista dal legislatore, prevede sanzioni severe.

In carcere, però, ci vanno in pochi.

Non sono d’accordo. Basta vedere quanti arresti per ordini di carcerazione facciamo tutte le settimane. Quando le pene sono definitive, i criminali in cella ci finiscono e ci restano per davvero.

Non sono più efficaci le indagini in termini di deterrenza?

Le indagini ci sono e danno risultati. Certo, non è semplice sgominare bande di ladri articolate che arrivano da altre regioni. Le informazioni raccolte durante i controlli ci sono utili anche per le attività investigative.

Ma i cittadini devono collaborare per arginare il fenomeno dei furti.

È fondamentale. La vera forza la fa l’essere una rete, un sistema, che ha per obiettivo quello della sicurezza. Ma il singolo cittadino deve anche imparare a tutelarsi da solo: qualche sera fa, nel corso di un controllo che ho compiuto in prima persona con i miei militari, mi sono reso conto di quante case con le porte e le finestre aperte ci sono ancora nel Vicentino, o macchine con le chiavi infilate nel cruscotto.

E non dobbiamo sparare.

No, lo ripeto, quello è un errore che ci costringe magari a denunciare chi spara. Lo si può fare solo se c’è un serissimo e attuale rischio per l’incolumità delle persone. Altrimenti è un reato.

Diego Neri

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