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Vicenza

Manca il guardrail
Un giovane morì
Maxi risarcimento

La vettura della giovane vittima, distrutta dopo lo spaventoso incidente avvenuto 12 anni fa in città
La vettura della giovane vittima, distrutta dopo lo spaventoso incidente avvenuto 12 anni fa in città
La vettura della giovane vittima, distrutta dopo lo spaventoso incidente avvenuto 12 anni fa in città
La vettura della giovane vittima, distrutta dopo lo spaventoso incidente avvenuto 12 anni fa in città

La responsabilità di quella tragedia è di chi non aveva sistemato adeguatamente la strada. L’auto in prova uscì di strada nel tratto in cui mancava il guardrail. A distanza di 12 anni dal dramma, il giudice civile Ivana Morandin ha condannato Anas e Società Autostrade a risarcire la famiglia della vittima con quasi 900 mila euro.

L’INCIDENTE. Nella tarda mattina dell’8 novembre 2003, Andrea Parise, meccanico di 26 anni di Torri di Quartesolo, stava provando la Subaru di proprietà di Mattia Mutta. Percorrendo viale del Sole, in città, in direzione del casello di Vicenza ovest, a 90 chilometri orari (il limite era del 60), aveva perso il controllo ed era finito fuori strada, centrando il guardail e restando sospesa nel vuoto sopra la regionale 11. Mutta e un’altra ragazza a bordo erano rimasti feriti. Parise, che non aveva le cinture, restò incastrato. I pompieri operarono 50 minuti per liberarlo; il giovane fu portato in ospedale dove morì per le tremende ferite riportate.

LA CAUSA. Dopo l’inchiesta penale, archiviata, la famiglia Parise (Andrea lasciò la moglie, un figlioletto piccolo, i genitori e la sorella) promosse una causa civile con l’avv. Gaetano Mazzeo, contro la Provincia di Vicenza (avv. Paolo Balzani) e Vi.Abilità (avv. Federico Casa). Furono chiamati in causa però Anas (avv. Francesco Vettori) e l’Autostrada Brescia-Padova (avv. Andrea Paganini). In quel tratto c’erano stati dei lavori ed era stato rimosso il guardrail, non più risistemato per una ventina di metri. La Subaru uscì di strada proprio in quel tratto.

LA PERIZIA. Il consulente tecnico d’ufficio del giudice ha accertato che la mancanza del guardrail sia stata determinante per provocare la tragedia. Il fatto che Parise non avesse le cinture e viaggiasse oltre il limite hanno per il giudice un peso del 30 per cento. Ma se la barriera fosse stata presente il meccanico non avrebbe perso la vita.

LA SENTENZA. Il giudice ha ritenuto Anas e Autostrada responsabili (non già Provincia e Vi.Abilità) in virtù dell’articolo 2051 del codice civile, cioè la responsabilità per danni da cose in custodia, per l’insidia determinata nell’automobilista di un pericolo occulto, cioè non visibile e non prevedibile, come ha indicato la Cassazione. La famiglia della sfortunata vittima deve essere risarcita, e danni (circa 250 mila euro) devono essere versati anche all’Inail che ha erogato fondi in favore degli eredi. «Nessuna cifra può lenire la sofferenza dei famigliari», ha commentato brevemente l’avv. Mazzeo.

Diego Neri

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