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Vicenza

Lavori al cimitero
Salme congelate
dentro container

Il container per il deposito delle salme in attesa di cremazione è posizionato accanto ai loculi. COLORFOTO
Il container per il deposito delle salme in attesa di cremazione è posizionato accanto ai loculi. COLORFOTO
Il container per il deposito delle salme in attesa di cremazione è posizionato accanto ai loculi. COLORFOTO
Il container per il deposito delle salme in attesa di cremazione è posizionato accanto ai loculi. COLORFOTO

 

VICENZA. Dall’esterno assomiglia al cassone utilizzato solitamente nei cantieri per depositare gli attrezzi o ricavare un ufficio temporaneo. Peccato, però, che al cimitero maggiore, lato giardino, non ci siano lavori in corso né operai. Quel container grigio che è stato posizionato tra i loculi è una cella-frigo che al suo interno ospita le salme destinate alla cremazione. Il corpo dei defunti viene lasciato lì, in un contenitore anonimo piazzato in mezzo al camposanto, per giorni; senza che i familiari possano dare da vicino l’ultimo saluto. La situazione, a quanto pare, va avanti da diversi mesi; è stata segnalata all’amministrazione anche da alcuni consiglieri ma ancora non è stata risolta.

I LAVORI IN CORSO. La domanda è spontanea. Ma per quale motivo è stato deciso di installare un container refrigerato per il deposito temporaneo delle salme in mezzo al giardino del camposanto, a pochi passi dai loculi e accanto all’entrata laterale, dove i familiari dei defunti passano costantemente? La risposta trova spiegazione nei lavori che stanno andando avanti da quasi tre anni al cimitero. La giunta a giugno 2012 ha approvato il progetto definitivo per un importo complessivo di un milione 150 mila euro (di cui 150 mila a carico da Aim Amcps) per riqualificare l’area crematoria. L’intervento (che deve ancora concludersi) ha costretto l’azienda a installare un nuovo e più potente forno e, in attesa del termine dei lavori, a mantenere in funzione il vecchio impianto. Gli spazi di conseguenza si sono ridotti e di conseguenza è stato installata quella cella-frigo grigia.

LE PROTESTE. Potrebbe sembrare una soluzione provvisoria ma in realtà quel container è attivo da oltre un anno. Nell’ultimo periodo più di qualche familiare ha manifestato il proprio disappunto per i disagi. A chiedere spiegazioni sono stati anche alcuni consiglieri comunali che hanno a bussato alla porta dell’amministrazione. Non solo rappresentanti di opposizione, con Liliana Zaltron (Movimento 5 stelle) che ha raccontato di «familiari costretti ad aspettare nel dolore anche fino a dieci giorni per la cremazione del loro caro» senza poter essere vicini alle salme «conservate in un frigo-container che crea molti problemi». Ma anche componenti della maggioranza. «Sinceramente - interviene Eugenio Capitanio (Pd), che da tempo segue la vicenda - non è accettabile una condizione simile. È poco rispettosa nei confronti del defunto e dei suoi familiari. Quando il forno crematorio è disponibile, le salme vengono liberate da quel contenitore grigio che priva i parenti dei sentimenti di vicinanza e affetto verso la persona scomparsa e vengono addirittura trasportate all’esterno per oltre 150 metri prima di arrivare alla destinazione».

LA REPLICA. E dire che l’intervento di sistemazione del forno è iniziato tre anni fa. E ancora non si è arrivati alla conclusione. Il tutto per un errore della ditta che ha fornito l’impianto ad Amcps. «Purtroppo - interviene l’assessore alla cura urbana Cristina Balbi - il forno che era stato installato non rispettava requisiti prestazionali. Amcps ha sollevato la contestazione e la ditta ha installato un nuovo formo di ultima generazione». Di conseguenza le operazioni sono rallentate. «Il collaudo è partito da capo e ora siamo nella fase finale. Nei primi mesi del 2016 ci sarà la dismissione del vecchio forno; poi, al posto di quell’impianto, sarà realizzata la sala dei dolenti». Balbi risponde poi a Zaltron e Capitanio sul container assicurando che «a oggi i tempi di attesa dal ricevimento del feretro alla consegna delle ceneri sono di tre giorni. Abbiamo avuto picchi di quasi una settimana a inizio 2015, perché è aumentata la mortalità».

Nicola Negrin

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