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La procura ha chiesto il fallimento del Vicenza Che così si può salvare

La fede dei tifosi è messa a dura prova dalle vicende societarie. Ma ieri al Menti c’è stata un’ondata d’affetto
La fede dei tifosi è messa a dura prova dalle vicende societarie. Ma ieri al Menti c’è stata un’ondata d’affetto
La fede dei tifosi è messa a dura prova dalle vicende societarie. Ma ieri al Menti c’è stata un’ondata d’affetto
La fede dei tifosi è messa a dura prova dalle vicende societarie. Ma ieri al Menti c’è stata un’ondata d’affetto

Diego Neri La procura di Vicenza ha chiesto il fallimento del Vicenza calcio. Ieri mattina, il procuratore Antonino Cappelleri e il sostituto Giovanni Parolin hanno presentato la domanda al tribunale civile, che ha già fissato a tempo di record per giovedì la discussione. Quello che potrebbe apparire come il documento che segna la fine dopo 115 anni di storia, in realtà potrebbe salvare i colori biancorossi: i magistrati hanno infatti sollecitato il tribunale a nominare, in virtù dell’articolo 104 della legge fallimentare, un curatore, consentendogli “l’esercizio provvisorio” dell’attività. «In concreto, la possibilità di concludere il campionato in corso» chiosa Cappelleri. IL FALLIMENTO. Dopo il blitz della guardia di finanza dopo Natale per acquisire documenti in via Schio, in procura hanno accertato che gli elementi per chiedere il fallimento (nessun creditore finora aveva avanzato richieste) ci sarebbero tutti: in particolare, «l’incapacità di assolvere regolarmente alle obbligazioni», cioè l’insolvenza, che parte da un debito complessivo di 17-18 milioni di euro. IL REGIME PROVVISORIO. Questa scelta della procura è volta a consentire ai colori biancorossi di proseguire l’attività, nella speranza che si faccia vivo qualcuno con i soldi. A gestire la società fallita non saranno più gli attuali vertici (Sanfilippo o chi per lui), ma quindi il curatore nominato dal tribunale, un esperto contabile. Che da un lato dovrà fare i conti degli attivi e dei passivi, stilando l’elenco dei creditori e le ragioni del dissesto; e dall’altro tenere in vita la società, pagando gli stipendi e coprendo, con l’utile che riuscirà a trovare, tutte le spese. Nel frattempo, la squadra potrà continuare a scendere in campo, sempre che i giocatori decidano di restare. LA SPERANZA. La scelta della procura dà la possibilità ai biancorossi di non morire. La gestione provvisoria durerà al massimo fino a fine giugno, quando le società si iscrivono al prossimo campionato. In questi mesi potrà farsi avanti qualcuno per rilevare la società a condizioni molto più favorevoli di oggi. I DEBITI. Infatti, un possibile acquirente dovrà obbligatoriamente pagare solo i debiti sportivi (Federcalcio e stipendi dei tesserati, circa un milione di euro). E dovrà acquistare dal curatore una società fallita, che costa certamente meno di una in vita. Dando i numeri, potrebbero bastare 1-2 milioni di euro contro almeno la ventina di oggi. I CREDITORI. A restare con un palmo di naso saranno i creditori, che non saranno pagati da un’eventuale nuovo acquirente, ma dall’utile trovato dal curatore. Ma, nello schema ideato dalla procura, sarebbero comunque più tutelati rispetto ad un fallimento già nei fatti. Perché nel caso in cui il Vicenza - che dovrà cambiare ragione sociale, ma conserverà il titolo sportivo e la categoria - riuscisse a sopravvivere, resterebbero i giocatori, l’utile ad oggi più concreto. E, vendendone qualcuno, in estate, i guadagni potrebbero finire ai creditori. I quali, comunque, più del 10 per cento di quanto avanzano è difficile che possano incassare. In caso contrario, però, non porterebbero a casa nulla. Per capire se la prospettiva della procura possa avere concretezza, però, sarà necessario aspettare il via libera dei giudici. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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