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Verso il 4 marzo

Elezioni: rischio
schede nulle
Ecco come si vota

Il video tutorial
Come si vota con il Rosatellum
Come si vota con il Rosatellum
Elezioni 2018, come si vota

Il "voto disgiunto" non s'ha da fare, pena l'annullamento della scheda elettorale. Eppure, secondo un sondaggio nazionale Lorien, un elettore su tre sarebbe attratto da questa ipotesi e 4 elettori su 100, di fronte a una simulazione pratica, hanno tradotto la tentazione in azione. Tradotto su scala vicentina, ciò significa che circa 27 mila vicentini potrebbero cadere in errore e vedere vanificata la propria espressione di preferenza politica (GUARDA IL VIDEO COME SI VOTA).

 

IL NODO. Ma che cosa significa "voto disgiunto"? Significa votare per un candidato al collegio uninominale e contemporaneamente per un partito che non sostiene quel candidato. Questa circostanza era ammessa dal Mattarellum, la legge che aveva un impianto misto proporzionale-maggioritario e con la quale si votò per tre elezioni politiche consecutive, quelle del 1994, del 1996 e del 2001. Era consentito, allora, votare un candidato nel collegio uninominale e un partito che non sosteneva quel candidato nel proporzionale. Quella legge eleggeva tre quarti dei parlamentari in collegi uninominali, dove la competizione tra candidati (chi prendeva un solo voto in più degli avversari conquistava il seggio) era autentica, e solo il 25 per cento con metodo proporzionale. Il voto disgiunto, per altro, è ancora ammesso nelle elezioni comunali, nei centri con più di 15 mila abitanti, dove si può votare un candidato sindaco e contemporaneamente una lista a lui non collegata.

 

LA NUOVA LEGGE. L'attuale legge elettorale, il Rosatellum, è un sistema misto maggioritario-proporzionale, con un terzo dei seggi assegnati in collegi uninominali e due terzi in collegi plurinominali con liste bloccate. A differenza del Mattarellum e della legge per l'elezione dei sindaci nei Comuni sopra i 15 mila abitanti, non è però ammesso il voto disgiunto. L'elettore avrà in mano due schede, una per la Camera dei deputati e una per il Senato. In ciascuna di queste, avrà possibilità di manovra molto limitate.

 

LA SCHEDA. Per capire come si vota, è utile descrivere come si presenterà la scheda elettorale (si veda nel grafico a fianco). Per la prima volta, saranno stampati i nomi di tutti i candidati. Sopra ogni simbolo di lista, e a caratteri maiuscoli e molto evidenti, sarà pubblicato il nome del candidato nel collegio uninominale collegato a quella lista. Se alcune liste corrono in alleanza con altre - è il caso sia della coalizione di centrodestra che di quella di centrosinistra - il candidato all'uninominale è sempre soltanto uno, collegato a tutte le liste della coalizione.

 

COME SI VOTA. Se si sceglie di mettere un segno sul simbolo di un partito, il voto andrà a quel partito (nella ripartizione proporzionale) e automaticamente anche al candidato di quel partito o di quella coalizione di partiti nel collegio uninominale. L'elettore può anche mettere due croci, una sul partito e una sul candidato all'uninominale collegato a quel partito. Oppure può segnare soltanto il candidato all'uninominale e in quel caso il voto si riverserà anche sulla lista collegata o sulle liste collegate in misura proporzionale al consenso ottenuto da quella lista o quelle liste nel collegio. In sostanza, l'importante è rimanere - con il tratto di matita - sempre all'interno del riquadro e non sbordare nel riquadro vicino.

 

NO VOTO DISGIUNTO. Come detto, ciò che l'elettore non può fare - pena l'annullamento della scheda - è mettere un segno su un candidato all'uninominale e, contemporaneamente, sul simbolo di un partito non collegato a quel candidato. Pertanto, senza voto disgiunto qualche elettore "selettivo" che non dovesse gradire un candidato del collegio uninominale collegato al suo partito di riferimento, dovrà decidere se turarsi il naso e votare lo stesso per il suo partito - e in quel modo trasferire il voto anche al candidato uninominale che non apprezza -, o se destinare il suo voto altrove (o astenersi) per non attribuire la preferenza a un candidato (all'uninominale) sgradito. Possibilità di manovra limitate, per l'elettore. E, come fotografa il sondaggio Lorien, rischio di errore dietro l'angolo.

 

 

Marco Scorzato

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