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Vicenza

Divieto alcolici
a Campo Marzo
I negozi: «Ingiusto»

Il frigorifero del Trading Lu di via Battaglione Monte Berico, rimasto vuoto come previsto dall’ordinanza comunale.
Il frigorifero del Trading Lu di via Battaglione Monte Berico, rimasto vuoto come previsto dall’ordinanza comunale.
Il frigorifero del Trading Lu di via Battaglione Monte Berico, rimasto vuoto come previsto dall’ordinanza comunale.
Il frigorifero del Trading Lu di via Battaglione Monte Berico, rimasto vuoto come previsto dall’ordinanza comunale.

VICENZA. I frigoriferi delle birre sono rimasti vuoti ieri all’Asia African Market di via Gorizia e al Trading Lu di via Battaglione Monte Berico. È l’effetto dell’ordinanza comunale entrata in vigore l’altro giorno, come conseguenza delle risse avvenute nelle scorse settimane con cocci di bottiglie di vetro nella zona di Campo Marzo tra persone che, secondo la polizia locale, frequentano quotidianamente le due attività gestite da cittadini di origini cinesi. I titolari hanno dunque subito ottemperato al provvedimento (in caso contrario rischierebbero, secondo il codice penale, l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a 206 euro), pur ritenendolo «ingiusto». «Non siamo gli unici a vendere birra qui in zona - è la loro difesa - e questa ordinanza è stata una sorpresa», aggiungendo di «stare pensando a un ricorso».

L’ordinanza, a dire la verità, vieta la “vendita per asporto di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione a partire dalle ore 10 e fino alle ore 7 del giorno successivo”. Ma per comodità bottiglie e lattine sono proprio scomparse dagli scaffali del banco frigo.

«Anche perché - spiega Yiley Jin - nessuno veniva a prendersi la birra al mattino presto. Ma non è giusto che paghiamo solo noi dell’Asia African Market. Non è colpa nostra se qualcuno viene qui, poi va ad ubriacarsi a Campo Marzo e a fare risse. Non sappiamo quello che succede fuori, noi siamo dei commercianti: compriamo la merce, la rivendiamo, abbiamo dei guadagni e paghiamo le tasse».

Il ricorso può essere presentato al Tar entro 60 giorni, oppure al presidente della Repubblica entro 120. «Ci stiamo pensando, mia madre vorrebbe farlo - comferma Jin -. Io non ne sono così sicura, anche perché l’ordinanza vale solo per un mese. Ma comunque per noi, ripeto, non è giusta».

Discorsi analoghi anche da Trading Lu, dove già prima dell’ordinanza alcuni cartelli invitavano i clienti a “non bere alcolici all’interno e fuori dal negozio. Accomodatevi a casa vostra, grazie”.

«Abbiamo tanti clienti normali, famiglie che vengono qui a comprarsi una birra per poi berla a casa - spiega la moglie del titolare Lu Jian -. Siamo qui in Italia da trent’anni, abbiamo gli stessi diritti e doveri di qualsiasi altro commerciante. Già ci avevano vietato di vendere alcol l’anno scorso, ma non è servito a niente. Rispettiamo le leggi, come tutti, e vogliamo solo essere lasciati in pace. Non siamo gli unici fornitori di birra di Campo Marzo: la vendono anche i supermercati poco lontano da noi. Ma rispettiamo l’ordinanza del Comune».

Il provvedimento, secondo il Comune, va ricondotto agli episodi di insicurezza e degrado urbani a Campo Marzo, legati sia allo svolgimento di attività illecite (spaccio di stupefacenti) sia all’eccessivo consumo di bevande alcooliche da parte di persone senza occupazione. L’ordinanza non scatta a caso, perché gli indirizzi dei due esercizi commerciali ricorrono molto spesso nei passaggi delle pattuglie antidegrado della polizia locale che dall’inizio dell’anno al 7 agosto nelle zone limitrofe sono intervenute 993 volte (di cui 466 tra viale Roma e Campo Marzo), staccando 162 verbali per detenzione e consumo di alcol in aree pubbliche a 32 per ubriachezza in luogo pubblico. L’utilizzo delle videocamere ha permesso ai vigili urbani di ricostruire che chi beve alcol a Campo Marzo lo compra proprio in questi esercizi “low cost”. E che il consumo di alcolici sia una concausa dei recenti episodi, lo conferma il fatto che gli ultimi ferimenti a Campo Marzo hanno visto l’utilizzo di cocci di bottiglia come armi. La necessità di una stretta era stata indicata anche dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica del 31 luglio. I negozianti interessati, però, non ci stanno.

Paolo Mutterle

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