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Vicenza

Così al S. Camillo
«Parenti del morto
avvisati in ritardo»

L’ingresso del San Camillo dove c’è stata un’ispezione dell’Ulss
L’ingresso del San Camillo dove c’è stata un’ispezione dell’Ulss
L’ingresso del San Camillo dove c’è stata un’ispezione dell’Ulss
L’ingresso del San Camillo dove c’è stata un’ispezione dell’Ulss

Chiara Roverotto

VICENZA. «Non avvisare i famigliari che un paziente è morto, come la vogliamo chiamare? Negligenza, svista?». Se lo chiede il presidente del cda di Ipab, Lucio Turra. «È successo anche questo, al San Camillo, precisamente a febbraio. Ritengo sia pazzesco e che non ci siano scuse di alcun genere. Di fronte a una medicazione con i vermi questo è sicuramente più grave, se poi ci mettiamo un malato caduto dal sollevatore e portato in ospedale, e un altro a cui non era stato posizionato correttamente il catetere con tutto quello che comporta sotto il profilo sanitario, diciamo che non mancano gli estremi per dire che la cooperativa Bramasole non era in grado di gestire i tre reparti del San Camillo». Le parole escono come un fiume in piena. Un misto di rabbia, dolore, determinazione. (...)

 

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