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Vicenza

Caso viale Cricoli
«Consumi dell’acqua,
i sinti pagheranno»

Tubature e cavi all’interno del campo nomadi di viale Cricoli
Tubature e cavi all’interno del campo nomadi di viale Cricoli
Tubature e cavi all’interno del campo nomadi di viale Cricoli
Tubature e cavi all’interno del campo nomadi di viale Cricoli

VICENZA.  «Qualcuno vuole far credere che esistono soluzioni facili a problemi complessi. Ma non è così». Finita nuovamente sotto gli strali dell’opposizione (e di molti vicentini), assieme all’amministrazione Variati per la gestione dei campi nomadi, l’assessore alla comunità Isabella Sala non ci sta e si toglie qualche sassolino dalla scarpa.

Assessore, il conto dell’acqua consumata e non pagata al campo di viale Cricoli ammonta a 47 mila euro. Cosa fa il Comune?

«Il Comune prosegue con l’applicazione del regolamento. Ovvero, come avviene già per l’energia elettrica, le famiglie pagheranno. Se necessario a rate, ma pagheranno. Anche gli arretrati».

Ma se non hanno pagato l’acqua finora, perché dovrebbero cominciare oggi?

«Ci sono stati tempi diversi di applicazione del nuovo regolamento, ma l’indirizzo dato dall’Amministrazione è chiaro: ogni nucleo avrà il suo allaccio e il suo contatore. A quel punto a chi non paga verrà sospesa la fornitura. Attualmente le spese vengono ripartite come in un condominio».

Come mai?

«C’era il problema dei bagni, che sono in comune. Ci sono state sicuramente delle complessità e forse anche dei ritardi, ma si arriverà a un contatore per nucleo. È stato deciso così e voglio rivendicare i risultati ottenuti».

Di che risultati parla?

«In passato, con le amministrazioni di centrodestra, la gestione dei consumi era del tutto sregolata. Poi è stato scritto un regolamento, ma di fatto veniva ignorato. Noi abbiamo fissato dei paletti: chi non paga si mette in una posizione deficitaria. Lo testimonia il fatto che l’energia elettrica e le piazzole vengono saldate. A chi non lo fa è stata staccata la corrente».

Scusi, ma chi paga? I sinti o la Caritas?

«A me non risulta che a pagare sia la Caritas. Onestamente non lo so, ma non credo proprio. Di sicuro non paga il Comune. E i contributi economici chiesti dalle famiglie di viale Cricoli sono pochissimi. Comunque le cose sono cambiate molto per le bollette dell’energia elettrica».

Cosa è cambiato?

«Prima le roulotte venivano riscaldate con l’elettricità e i consumi erano spropositati. Da un paio d’anni si è passati alle stufe a pellets e le bollette si sono sgonfiate. Sottolineo che nel cambiamento la Caritas ha svolto un ruolo importante, non è facile far modificare abitudini radicate».

Quello che si chiedono in molti è: “Perché se non pago io le utenze mi viene staccato tutto e in un campo nomadi si va avanti per anni senza che nessuno paghi?“. Cosa risponde?

«Posso garantire che ai vicentini in difficoltà economiche che si rivolgono ai nostri servizi sociali nessuno stacca l’acqua o il gas. Abbiamo in bilancio 500 mila euro di contributi economici per utenze e spese varie. Di questi soldi, pochissimi vanno ai cosiddetti nomadi, che raramente si rivolgono ai nostri uffici. Non dimentichiamo poi che con Acque Vicentine abbiamo destinato una parte dei contributi Foni per agevolare le famiglie in difficoltà per le utenze dell’acqua. Parliamo di altri 143 mila euro».

Insomma, sbaglia chi si indigna?

«Posso capire le lamentele, ma stiamo entrando a regime. Siamo al 90 per cento, arriveremo al 100; poi non ci sarà più alcun sfasamento e le famiglie dei campi nomadi avranno lo stesso trattamento di tutti i vicentini».

Una bella rogna il suo assessorato. Tornasse indietro riaccetterebbe la delega?

«Sto conoscendo la città che fa fatica, ma che è anche la più bella. Vedere le cose che migliorano è un privilegio. Mi piacerebbe ottenere risultati più velocemente, ma nel sociale abbiamo a che fare con persone, non con carte o edifici. I tempi sono più lunghi, ma alla fine la soddisfazione è maggiore. Quindi, nessun rimpianto».

Paolo Mutterle

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