VICENZA. Il poco gradito regalo di Natale sta arrivando per posta. A circa 30 mila vicentini, possessori di veicoli, la Regione ha spedito o sta spedendo gli avvisi di mora perchè non hanno pagato il bollo auto per il 2012. Complessivamente, un “affare” da 5-6 milioni di euro.
NUMERI. I vicentini e i veneti in generale sono fra i più virtuosi in Italia per quello che riguarda il pagamento di una delle tasse più indigeste. Nella provincia berica, la percentuale di chi non paga si attesta fra il 3 e il 5 per cento, a seconda delle annate; mentre ad esempio in Sicilia supera abbondantemente il 20. E nell’isola, fra l’altro, il sistema per combattere l’evasione è particolarmente inefficace, tanto è vero che quasi nessun evasore niente scoperto. In Veneto, invece, non solo la stragrande maggioranza è in regola con i pagamenti, ma è anche efficace il sistema di riscossione coatta. Tanto è vero che, come sottolinea Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale ed ex assessore al Bilancio, ogni biennio questa consente un assestamento al bilancio venero pari a 50-60 milioni di euro. In tutta Italia, comunque, la percentuale di mancati versamenti è del 12 per cento sul totale dei veicoli in circolazione, e i mancati introiti per le casse pubbliche sono stimati in poco meno di un miliardo di euro.
EVASIONE. Il bollo auto è una tassa automobilistica, e non pagarla equivale pertanto a evadere le imposte. La percentuale di evade è rimasta negli anni stabile, per il Vicentino, dopo un aumento improvviso fra il 2008 e il 2009, complice la crisi economica; per il 2012, l’ultimo anno considerato dagli ispettori regionali - che hanno tempo un triennio per mandare gli avvisi - sono 30 mila coloro che non risultano aver versato il dovuto. «È una percentuale fisiologica - commenta Ciambetti -, molti non pagano per dimenticanza e poi si regolarizzano». Ma i numeri restano comunque elevati, considerando che quell’anno circolavano per le strade della provincia 711.329 veicoli, quasi uno per abitante, compresi neonati e moribondi. Le percentuali sono grosso modo analoghe per le sette province venete.
SANZIONI. Chi riceve la busta verde per errore deve dimostrare, ricevuta alla mano (basta anche la stampata del pagamento con la carta di credito), di aver pagato regolarmente per chiudere la pratica. In molti casi, infatti, si tratta di un numero sbagliato della targa. Gli altri, invece, oltre a versare quanto dovuto sulla base del modello dell’auto devono pagare le sanzioni, che sono pari al 30 per cento della cifra oltre agli interessi. In media, versa il dovuto in ritardo l’80 per cento di chi ha ricevuto l’avviso di mora. Il che significa che per il Vicentino alla fine non paga l’1 per cento del totale, i proprietari di circa 7 mila veicoli: sono gli effettivi evasori del bollo. «Sono o persone in grosse difficoltà o, per la maggioranza, stranieri», precisa Ciambetti. Per loro la Regione fa scattare l’intervento di Equitalia con il pagamento coatto o il pignoramento, anche dello stesso veicolo interessato. Nel 2014, in Veneto, la Regione aveva segnalato a Equitalia 216 mila casi di imposte non pagate, ma per alcuni anni.
AUTOMATISMI. «Quando, nel 2010, abbiamo ricevuto la banca dati del ministero c’erano molti errori. Oggi li abbiamo sistemati quasi tutti, e le sanzioni scattano in automatico». È per questo che moltissimi vicentini hanno ricevuto la cartolina di avviso bonario e devono affrettarsi a pagare.