VICENZA. Un caldo quasi killer. In più l’imprudenza dei genitori. Rischia molto una neonata di appena 5 giorni per un colpo di calore che poteva costarle la vita. La bambina, figlia di due giovani coniugi residenti in città, trascorsi i tre canonici giorni di degenza nel nido del San Bortolo dopo la nascita, esce dall’ospedale. Passano due giorni. «Perché non andiamo a fare una passeggiata con la nostra piccolina?» Papà e mamma non ci pensano due volte. Caricano la bimba sul passeggino ed escono. I gradi superano i 35 ma non fa niente. Camminano e camminano fra strade e negozi. Le ore passano senza accorgersene. Una volta a casa, la mamma prende la sua batuffola in braccio, ma capisce subito che qualcosa non va. La piccola è intontita. La pelle caldissima. La bambina ha oltre 40 di febbre. Quando la pediatra del pronto soccorso la visita pensa a una infezione grave. Una febbre molto alta in un neonato è spesso sintomo di una sepsi. Potrebbe anche essere una meningite. Esami rapidissimi ma i risultati escludono il problema infettivo. I due giovani raccontano che ha bambina è stata tutto il giorno fuori di casa. Fra l’altro il sodio è andato pesantemente sotto il limite. E allora la dottoressa del pronto soccorso pediatrico non ha più dubbi sulla diagnosi: «È un colpo di calore». La piccola viene ricoverata per qualche ora nella terapia intensiva pediatrica dove è ventilata meccanicamente. Poi passa in reparto dove è idratata continuamente con le flebo. Vi resta tre giorni assistita 24 ore su 24. La febbre cala. Le condizioni si normalizzano. La neonata si riprende. E’ fuori pericolo.