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Vicenza

Balordi e clandestini
ma restano in Italia
Arriva la “black list”

Agenti di questura e polizia locale durante un controllo in via Firenze
Agenti di questura e polizia locale durante un controllo in via Firenze
Agenti di questura e polizia locale durante un controllo in via Firenze
Agenti di questura e polizia locale durante un controllo in via Firenze

Da qualche giorno sulla scrivania di uno degli uffici ai piani alti della questura c’è un elenco che contiene i nomi di nove persone. Una sorta di “black list”, nella quale sono stati inseriti clandestini con precedenti, che la polizia locale ha stilato e consegnato in viale Mazzini per chiedere al questore di attivare le procedure di espulsione a carico di questi soggetti. Che continuano a entrare e uscire dal carcere, ma non vengono mai allontanati da Vicenza, nonostante siano irregolari sul territorio nazionale.

LA “BLACK LIST”. Tutte le persone sono state incluse nella lista dopo essere state più volte identificate dagli agenti della pattuglia anti degrado istituita lo scorso febbraio per volontà dell’assessore comunale alla Sicurezza, Dario Rotondi. Sono stranieri che hanno sporcato la propria fedina penale più volte. Qualcuno ha addirittura collezionato una ventina di pagine di precedenti. C’è chi è stato sorpreso a spacciare. Chi vive di espedienti ed è stato arrestato per furto. Chi, ancora, bivacca tutto il giorno in strada, alza un po’ troppo e il gomito e crea scompiglio a ogni ora del giorno e della notte. Tutti e nove vivono e bazzicano tra Campo Marzo, viale Milano e via Firenze. La maggior parte proviene dai Paesi dell’Africa del nord, è arrivata nel capoluogo berico diversi anni fa e da allora si procura da vivere con attività illecite.

ESPULSIONI. La polizia locale, ovvero il “braccio armato” del Comune, chiede alla questura di accelerare le procedure di espulsione per gli extracomunitari che si macchiano di reati e che non hanno diritto a rimanere sul suolo italiano. Anche perché l’amministrazione comunale non ci sta a finire sul banco degli imputati per i problemi delle zone “calde” della città. Palazzo Trissino e la questura sono impegnati fianco a fianco nella stessa battaglia, anche se in passato ci sono state alcune frizioni. Da viale Mazzini hanno ripetuto più volte che le espulsioni non sono agevoli, soprattutto quando c’è un provvedimento giudiziario di mezzo. E che non aiuta nemmeno la complessità delle leggi italiane. Dopodiché ci si mettono di mezzo anche la carenza del personale e i costi degli accompagnamenti coatti, nel caso in cui un clandestino deve essere scortato in aeroporto per prendere un volo di sola andata per il proprio Paese d’origine.

MATRIMONI E GRAVIDANZE. A rendere ancora più complicata la faccenda contribuisce anche l’ultimo stratagemma architettato dagli extracomunitari per ottenere il permesso di soggiorno e cercare di mettersi al riparo dal rischio espulsione: le forze dell’ordine stanno registrando un incremento di matrimoni di convenienza tra immigrati e donne italiane, e di pari passo aumentano anche le gravidanze. Ecco perché le forze dell’ordine stanno intensificando i controlli per smascherare queste pratiche.

L’ULTIMO CASO. Infine, non mancano i clandestini che, una volta espulsi, tornano ugualmente in Italia o, perlomeno, tentano di farlo. Il caso di Oussama Harzalli, tunisino di 33 anni, con numerosi precedenti, è emblematico. L’extracomunitario è stato espulso un mese fa, dopo che la questura aveva scoperto il falso matrimonio che aveva contratto con una mantovana, ma giovedì scorso stava cercando di rimettere piede in Italia. La polizia tedesca lo ha arrestato all’aeroporto di Francoforte mentre stava per salire su un volo diretto in Italia.

Valentino Gonzato

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