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«Aziende più forti con i capitali dall’estero»

Alcuni dei partecipanti all’inaugurazione di VicenzaOro January, il salone del gioiello organizzato da Italian Exhibition Group. SERVIZIO COLORFOTO
Alcuni dei partecipanti all’inaugurazione di VicenzaOro January, il salone del gioiello organizzato da Italian Exhibition Group. SERVIZIO COLORFOTO
Alcuni dei partecipanti all’inaugurazione di VicenzaOro January, il salone del gioiello organizzato da Italian Exhibition Group. SERVIZIO COLORFOTO
Alcuni dei partecipanti all’inaugurazione di VicenzaOro January, il salone del gioiello organizzato da Italian Exhibition Group. SERVIZIO COLORFOTO

Laura Pilastro «Gli investimenti esteri in Italia, se non sono predatori, cioè se non hanno lo scopo di ammazzare la concorrenza interna, sono i benvenuti». Ivan Scalfarotto guarda alle dinamiche del settore orafo e ai progressi dell’export ottenuti anche «con l’impegno del governo, che tra i meriti ha avuto quello di prendersi cura del segmento del lusso». Un bilancio positivo che il sottosegretario allo Sviluppo economico porta sul proscenio di VicenzaOro January mentre si alza il sipario di una kermesse iniziata senza sorprese. Dopo le scintille ai vertici che avevano caratterizzato la vigilia - il presidente di Italian Exhibition Group, Lorenzo Cagnoni, aveva ammesso la presenza di alcune divergenze - ieri è andata in scena l’armonia che, almeno per il momento, ha smorzato le polemiche sull’altare dei risultati lusinghieri di Ieg. IL TAGLIO DEL NASTRO. Risultati che è lo stesso Cagnoni a riepilogare durante i saluti ufficiali nella sala Tiziano, prima dell’avvio del simposio “Visio.Next Summit”, dedicato al futuro del lusso e della gioielleria. «Centoventinove milioni di euro di fatturato e un margine operativo di oltre 23 milioni. La fusione tra la fiera di Rimini e quella di Vicenza sta dando ragione alla nostra visione. E non ci fermiamo qui. Ora ci concentreremo sulla partita del digitale e nel campo dei servizi». Poi guarda al futuro: «La quotazione in Borsa è nei nostri programmi, non in quelli rinviati negli anni. L’appuntamento preciso è in autunno. La forza del nostro gruppo è tale che realizzazione del piano industriale è un obiettivo che raggiungeremo a prescindere dalla quotazione. Che comunque è importante per noi perché speriamo di ottenere le giuste risorse per l’implementazione di una serie di operazioni straordinarie». Sul piano degli investimenti, Cagnoni ricorda quelli infrastrutturali, «già effettuati a Rimini, dove sono stati spesi 21 milioni per l’allargamento del quartiere fieristico. E da realizzare a Vicenza, mettendo sul piatto 35 milioni di euro. Vogliamo che il nostro sistema fieristico diventi la piattaforma di riferimento non solo per l’Europa, il Medio Oriente e l’Asia Minore, ma in futuro anche per l’ Africa». Ambizioni che sono frutto di un cammino «coraggioso», come lo definisce il sindaco Achille Variati che ricorda il punto zero della fusione: «Noi e Rimini abbiamo unito le forze, dando vita a una fiera capace di essere volano per il Paese». Ed è sullo spunto del lavoro in tandem che il primo cittadino invita «a muoversi sempre in sinergia, anche quando si dovesse pensarla in modo diverso. Evviva le diversità, purché poi si arrivi a una sintesi». Parole che non arrivano per caso, considerando i recenti attriti tra i vertici di Ieg, venuti a galla dopo le dichiarazioni di Cagnoni e la vistosa assenza del vicepresidente esecutivo Matteo Marzotto e del direttore generale Corrado Facco alla recente presentazione dei risultati di bilancio 2017. Ma i diretti interessati gettano acqua sul fuoco. «Le divergenze? Non c’erano - dice Marzotto - va tutto bene e dobbiamo guardare a questa nuova realtà che è prima in Italia per redditività. Ci impegneremo per realizzare il piano industriale e la quotazione in borsa. Dovremo correre un po’ perché l’autunno è vicino, ma siamo pronti e motivati». «Le piccole scaramucce di famiglia si sono appianate - risponde invece Cagnoni -, ma non diamo importanza a cose che importanza non ce l’hanno, guardiamo piuttosto ai risultati». E alla quotazione in Borsa: «Che è indipendente da altre eventuali integrazioni». Il riferimento è all’eventuale ingresso in Ieg di Bologna. Un aspetto, questo, di cui i soci vicentini, da quanto trapela, sono ora intenzionati a chiedere lumi in Cda per poi affrontare anche la questione della quotazione. L’EXPORT. «Rimini e Vicenza insieme ad Arezzo, nel comparto della gioielleria hanno ben capito che l’unione fa la forza», osserva il sottosegretario del Pd, che poi si concentra sui numeri dell’export: «È cresciuto dell’8 per cento e un ruolo in questo risultato ce l’ha anche il Made in Italy. Per questo il governo ha moltiplicato gli investimenti e dato una spinta importante con il piano straordinario per il Made in Italy». E se nel frattempo diverse aziende del settore sono state acquisite da gruppi internazionali, «questo, in presenza di certe condizioni, è un segnale positivo capace di rafforzare le nostre imprese». Che sperano in un futuro senza lacci: «Invito il prossimo parlamento a ratificare l’accordo di libero scambio (Ceta) firmato da Europa e Canada. L’unica competizione da giocare è quella a livello internazionale». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Laura Pilastro

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