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Vespe e calabroni, allarmi raddoppiati

Un esemplare di calabrone particolarmente diffuso. MOLINARI
Un esemplare di calabrone particolarmente diffuso. MOLINARI
Un esemplare di calabrone particolarmente diffuso. MOLINARI
Un esemplare di calabrone particolarmente diffuso. MOLINARI

Un’estate con il ronzio di calabroni e vespe. A dipingere la situazione sono i numeri degli interventi fatti negli ultimi tempi dal comitato della Protezione civile “Valle Agno” che, da Trissino a Recoaro, in cinque mesi è stato chiamato 33 volte, impegnando a rotazione un centinaio di volontari per altrettante ore di servizio. Un numero di uscite più che raddoppiato rispetto all’anno scorso, quando il telefono della reperibilità del comitato era squillato una quindicina di volte. SEGNALAZIONI. Del totale delle uscite, 30 riguardavano nidi di calabroni, quelli meglio conosciuti come “martinelli”, mentre i rimanenti sono stati per i nidi di vespe. «Siamo rimasti solo noi a compiere queste bonifiche e ci siamo attrezzati per operare in sicurezza, indossando scafandri e frequentando corsi anticaduta e di formazione con apicoltori - spiega il presidente Stefano Bicego -. Le segnalazioni, che continuano anche in questi giorni ad arrivare, hanno riguardato tutta la dorsale collinare da Cereda ai Massignani e da Trissino al quartiere Castello. Ma non hanno risparmiato il centro città e in particolare le vie Mazzini, Grandi e Rio. I nidi si concentrano soprattutto dove ci sono alberi da frutto, comignoli che rimangono inutilizzati durante l’estate e cassonetti delle saracinesche». L’intervento avviene al crepuscolo, quando gli insetti sono tranquilli e la maggior parte dello sciame è all’interno del nido. «Possono essercene centinaia, ma a volte anche migliaia - aggiunge Bicego -. Dopo una ricognizione, gli operatori si avvicinano con circospezione al nido e sparano un prodotto molto efficace che abbiamo in dotazione. Successivamente viene ripulito il sito e recuperato il nido per lo smaltimento. Quando, invece, si tratta di api contattiamo un apicoltore che preleva lo sciame e lo trasferisce». CONSIGLI. Esistono, però, precauzioni da adottare per limitare la possibilità che calabroni e vespe diventino fastidiosi vicini di casa. Ed è proprio la Protezione civile a suggerire qualche trucco: «Innanzitutto è buona norma bruciare anche d’estate, periodicamente, carta ed erba nei caminetti per creare fumo e quindi disturbare gli eventuali ospiti nella canna fumaria, nonché tenere d’occhio e movimentare le tapparelle. Infine avere più cura degli orti, perché anche quest’anno il caldo prolungato ha fatto zuccherare la frutta presto. I frutti lasciati sui rami o che marciscono a terra sono molto attraenti per vespe e calabroni». L’ESPERTO. Paolo Fontana, entomologo della Fondazione Edmund Mach, Centro trasferimento tecnologico, unità operativa Protezione delle piante e biodiversità agroforestale di Pergine Valsugana monitora da anni il mondo degli insetti: «In realtà non c’è stato un aumento di questi insetti amanti del caldo, ma il cambiamento climatico a cui stiamo assistendo ha innalzato l’altitudine e la latitudine in Europa a cui si possono trovare. La questione, invece, è la paura crescente delle persone verso questi insetti e l’intolleranza alla loro presenza che, per quanto fastidiosa, è utile nell’ecosistema. La loro puntura è molto dolorosa, ma solo in casi estremi ha esiti fatali. Si adottino quindi precauzioni, come chiudere le fessure sui muri, installare delle spazzole nei cassonetti delle tapparelle e non cercare di intervenire da soli, ma ricordiamo che sono insetti che diventano aggressivi solo se si sentono in pericolo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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