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Straziati dalla falciatrice quattro cuccioli di capriolo

Uno dei cuccioli trovati sul terreno in località Pineta. CARIOLATO
Uno dei cuccioli trovati sul terreno in località Pineta. CARIOLATO
Uno dei cuccioli trovati sul terreno in località Pineta. CARIOLATO
Uno dei cuccioli trovati sul terreno in località Pineta. CARIOLATO

Una falciatrice spezza la vita di quattro cuccioli di capriolo di poco meno di due settimane. È successo l’altra sera verso le 20 in località Pineta durante le operazione di sfalcio dell’erba in un prato, che confina per due lati con il bosco e per gli altri due si apre alla campagna attraversata dalla strada provinciale 246. Due cuccioli sono morti subito, dilaniati dalla lama, mentre per gli altri due rannicchiati come una palla, ancora vivi, ma con le minuscole zampe tranciate di brutto, non c’è stato altro da fare che abbatterli per mettere fine alla loro sofferenza. La triste incombenza è toccata al veterinario dell’Ulss Berica, intervenuto per soccorrerli. I quattro corpicini sono stati quindi recuperati per essere successivamente eliminati secondo le norme vigenti. I corpi giacevano in mezzo all’erba, appena tagliata, a pochi passi l’uno dall’altro. Il contadino, che era alla guida del trattore non deve essersi accorto della loro presenza. Prima che si facesse buio del tutto, un residente di una delle abitazioni che fronteggiano il prato erboso, affacciandosi alla finestra, ha scorto quello che restava dei cuccioli di capriolo, e si è preoccupato di allertare i carabinieri della stazione di Trissino. A quel punto è stato interpellato anche Dorino Stocchero, un ex-agente della polizia provinciale, che da qualche giorno è passata alle competenze della Regione Veneto, ora volontario in pensione, che si trovava casualmente a Trissino. Stocchero ha raggiunto in breve tempo località Pineta in compagnia di altri due volontari del paese. La scena che gli si è presentata davanti è stata straziante. La lama aveva fatto una strage dei quattro cuccioli, che giacevano sull’erba distanti fra loro una decina di metri, sanguinanti e senza zampette. È bastata un’occhiata per rendersi conto che due dei piccoli erano spacciati, mentre gli altri due erano agonizzanti e visibilmente molto sofferenti. Quando Stocchero si è avvicinato ha capito subito che anche per questi non ci sarebbe stata nessuna possibilità di sopravvivenza. Non c’è stato altro da fare allora che rivolgersi al veterinario di turno dell’Ulss, che ha avuto la triste incombenza di mettere fine alle sofferenze dei due piccoli animali con un’iniezione. «Nei miei 25 anni di attività come agente di polizia provinciale - ma ammesso Dorino Stocchero - non mi è mai capitato di vedere un numero così importante di cuccioli di capriolo morire vittime del taglio dell’erba». «Quattro sono davvero tanti - ha subito aggiunto - purtroppo capita che i cuccioli vengano straziati, falciati dalle lame d’acciaio, ma mai più di uno o due». È impossibile fare una statistica ma, secondo Stocchero «dire che 25/30 cuccioli vengono uccisi in questo modo ogni anno è un numero per difetto. I mesi “terribili” sono maggio e giugno. Per questo rinnovo l’invito ai contadini, che hanno appezzamenti di terreno in prossimità di boschi, di dare prima un’occhiata intorno, perché sicuramente potrebbero scorgere sul limitare del bosco le madri dei caprioli in allerta. Sarebbe importante che il taglio cominciasse dal centro del campo. In questo modo i cuccioli, che si nascondono fra l’erba alta, hanno il tempo per mettersi in salvo, allontanandosi dal pericolo, saltellando verso il bosco, loro habitat naturale». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Aristide Cariolato

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