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Punto nascite, il sindaco va a Roma dal ministro

Ci sarà anche il sindaco all’incontro di mercoledì a Roma chiesto dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti
Ci sarà anche il sindaco all’incontro di mercoledì a Roma chiesto dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti
Ci sarà anche il sindaco all’incontro di mercoledì a Roma chiesto dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti
Ci sarà anche il sindaco all’incontro di mercoledì a Roma chiesto dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti

Incontri e contatti serrati con il ministero della Salute per mettere al sicuro il punto nascite. Come un Frecciarossa, Jacopo Berti, consigliere regionale del M5S e componente della quinta commissione consiliare sulla sanità ha collegato il Veneto a Roma, facendo entrare nell’agenda del ministro Giulia Grillo l’appuntamento con i sindaci. «Ho contribuito personalmente a organizzare l’incontro in programma mercoledì. Abbiamo lavorato con il Ministero e con i nostri parlamentari perché i casi di Valdagno, Adria e Piove di Sacco vengano presi in considerazione in questa delicata fase». Nell’annosa battaglia per il mantenimento della maternità al “San Lorenzo”, il volto di Berti non è nuovo: già nel 2016, quando la vallata era scesa in piazza con 10 mila persone, l’esponente regionale era presente. Oggi, come allora, è convinto che non si «possa rimanere sordi a una richiesta così importante. Alla direzione ministeriale ho sottoposto alcuni aspetti che caratterizzano l’ospedale valdagnese e, alla luce di questi, si ragionerà con il sottosegretario Maurizio Fugatti. I nosocomi che, secondo il parere ministeriale, dovrebbero sopperire in caso di chiusura del reparto del “San Lorenzo” sono Santorso e Arzignano. Il primo collegato a Valdagno da un unico accesso costituito dal traforo a pagamento che costringerebbe le future mamme a sobbarcarsi, oltre all’enorme disagio, anche una spesa non indifferente. Il secondo è in lista per la chiusura con la costruzione del nuovo ospedale di Montecchio Maggiore. Un viaggio infinito per raggiungere il fondo della valle dell’Agno». E poi ci sono i numeri. «Dal punto di vista orografico tra l’area del “San Lorenzo” e quella di Pieve di Cadore, che ha visto mantenere il punto nascite, non c’è una grande differenza -aggiunge Berti-. Eppure per Valdagno si contano i pochi parti che mancano per la soglia “salvezza”. La professionalità dei sanitari che operano al “San Lorenzo” lo classica come un servizio di alta qualità e non ci si può limitare ai meri numeri. È nostro dovere ascoltare la voce dei cittadini e degli amministratori, che mercoledì avranno modo di spiegare le loro ragioni ai rappresentanti del Governo. Sono loro, meglio di chiunque altro, che possono perorare la causa dei territori. In questa battaglia non arretrerò di un millimetro». Dopo l’ultimo intervento della Regione che ha imposto, in attesa dell’esito delle trattative, il rispetto «degli standard per mantenere in sicurezza le strutture e l’utenza», il sindaco Giancarlo Acerbi afferma: «Viene riconosciuto finalmente il valore del reparto valdagnese e viene confermato come non sussista alcun pericolo per le pazienti. Il Governatore ha dimostrato ancora una volta la sua vicinanza ai territori. Ringrazio coloro che stanno lavorando a Roma, a cominciare dal ministro trissinese Erika Stefani, e in Regione, dal presidente Ciambetti ai consiglieri Berti e Fracasso. Il nostro impegno continua in stretto rapporto col Dg dell’Ulss 8, Giovanni Pavesi, e all’incontro al ministero noi sindaci faremo la nostra parte come sempre, vogliamo far sentire la nostra voce, che poi è la voce dell’intera comunità». Soddisfazione anche dal presidente di “Progetto salute Valle Agno”, che si batte per il mantenimento del reparto, Giovanni Perazzolo: «Ero fiducioso che la diplomazia della Regione avrebbe affrontato e risolto la questione e oggi siamo sulla strada giusta. La posizione presa dal governatore Zaia è un fondamentale passo avanti per risolvere il pasticcio romano». Ieri sulla questione è intervenuta anche la senatrice Pd Daniela Sbrollini. «Forse non è sufficientemente chiaro che nella zona servita dall’ospedale di Valdagno ci sono centinaia di contrade montane. Il 25 giugno il dg Pavesi aveva annunciato il potenziamento del reparto, con una sala operatoria per le emergenze ostetriche e una sala travaglio con doccia o vasca, comunicando anche la continua crescita del parto in analgesia. Ora tutto ciò non può essere rimesso in discussione. La Regione evidentemente si dovrebbe coordinare meglio con il Ministero. Rimango a fianco della Amministrazione Comunale e della Associazione “Progetto salute Valle Agno”». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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