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Perseguita l’ex e sfregia il suo ragazzo

La persecuzione viaggiava anche attraverso i messaggi su WhatsApp
La persecuzione viaggiava anche attraverso i messaggi su WhatsApp
La persecuzione viaggiava anche attraverso i messaggi su WhatsApp
La persecuzione viaggiava anche attraverso i messaggi su WhatsApp

Un anno da incubo per una ragazza valdagnese, con una laurea in tasca, perseguitata dall’ex fidanzato che non voleva accettare la fine della sua relazione durata un lustro. Non solo il tunisino Meher Melki, 34 anni, residente in città in contrada Piana Di Là Di Sopra, ha reso impossibile l’esistenza alla giovane, ma ha messo nel mirino anche il nuovo ragazzo, arrivando perfino a sfregiarlo utilizzando un taglierino. «Non la passerà liscia, promesso, sputerà sangue», aveva annunciato l’aggressore prima di mettere mano alla lama. Non bastasse, Melki era ricorso in tante occasioni a minacce anche di morte tramite WhatsApp, delineando un quadro delle accuse che nel tempo si è fatto molto pesante, e che ha trovato un punto fermo in tribunale. «Vi ammazzo tutti e due», disse il tunisino all’indirizzo delle vittime designate della sua ira funesta. Va detto che nel frattempo la giovane e il suo nuovo amore hanno preferito andare a vivere all’estero per non dovere incrociare più l’imputato. Il quale, quando la persecuzione era arrivata al nadir, scandita dal grave episodio del ferimento al volto del nuovo compagno dell’ex, era stato colpito dalla misura cautelare firmata dal gip di non potere avvicinarsi ai luoghi frequentati dalle vittime. Il magrebino Meher Melki, difeso dall’avvocato Mario Faggionato di Vicenza, è stato processato con il rito abbreviato ed è stato condannato dal gup Roberto Venditti a 2 anni 4 mesi di reclusione per stalking e lesioni aggravate. Accolte tutte le richieste del pm Serena Chimichi. Inoltre, l’imputato è stato condannato a risarcire subito l’ex fidanzata A.V. e il suo nuovo ragazzo N.B., assistiti dagli avvocati Piero Zuin e Mariuccia Biondo di Vicenza, rispettivamente con 5 mila e 10 mila euro. Il resto del danno sarà stabilito dal giudice civile. Alle parti civili l’imputato dovrà pure pagare le spese legali per la costituzione, quantificate in oltre 2 mila euro. La relazione tra Melki e la giovane che oggi ha 27 anni era arrivata al capolinea nel 2015 quando l’immigrato era stato coinvolto in una storia di droga. A quel punto quella che allora era una studentessa - nel frattempo si è laureata - decise di troncare il rapporto. Inizialmente Melki se ne fece una ragione, ma a distanza di qualche mese, nella primavera-estate 2016, iniziò un pressing sempre più asfissiante, che coinvolse anche i congiunti della ragazza perché furono più volte fatti oggetti di volgarità e intimidazioni. Soprattutto con messaggi che preoccuparono i genitori della giovane. Melki aveva assunto un atteggiamento vieppiù arrogante e violento quando seppe che l’ex fiamma aveva intrecciato una relazione con un altro magrebino. Da quel momento gli atti persecutori si manifestarono in tutta la sua gravità. Più volte intervennero i carabinieri. A Santo Stefano di due anni fa mentre la giovane e il suo ragazzo camminavano per strada a Valdagno, furono avvicinati dall’imputato che li avrebbe minacciati di ucciderli. I due, come si può comprendere, erano spaventati. Niente al confronto di quello che avvenne il 19 giugno 2017, quando per strada, sempre in città, Melki si avventò contro il rivale e lo colpì al volto con una lama. «Il mio viso era una maschera di sangue», riferì la vittima dell’odio del tunisino. •

Ivano Tolettini

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