VALDAGNO. Da questo mese morire in città costa di più. Da qualche giorno nuove voci di spesa hanno alzato il conto per dare l’ultimo saluto ai propri cari. E i rincari, ci tengono a far sapere i titolari delle agenzie funebri laniere, non dipendono dal tipo di servizio scelto, ma dal nuovo tariffario dell’Ulss 8 Berica. O meglio dalle tariffe che già in vigore nel distretto Est sono state estese anche a quello Ovest, cioè a tutta l’ex Ulss 5. Solo per fare degli esempi la certificazione della rimozione di un pacemaker costerà 150 euro più iva. E l’operazione è obbligatoria se si sceglie la cremazione, perché durante l’incenerimento l’apparecchio può non bruciare completamente o, peggio, scoppiare danneggiando le pareti del forno. Ma questa è solo una delle nuove voci che potranno comparire nel preventivo dei titolari delle imprese funebri. «La situazione che stiamo vivendo è di caos e, soprattutto, di imbarazzo nei confronti dei parenti dei defuunti che da un giorno all’altro si trovano costi che prima non dovevano affrontare - spiega Denis Scalabrin delle onoranze “Dal Lago” -. Il nuovo tariffario doveva entrare in vigore a gennaio, ma poi è slittato al primo marzo. Il tutto senza darci precise direttive in precedenza. Non si capiscono tutte le voci che riguardano le eventuali autopsie o gli esami istologici su materiale autoptico. Sono aspetti di cui non ci siamo mai occupati e non comprendiamo perché ora dovremo farlo». Dall’azienda sanitaria fanno sapere che la decisione è arrivata per rispondere all’esigenza di «uniformare, unificare ed armonizzazione funzioni e procedimenti ammini strativi e gestionali per le aree est ed ovest, tra i quali figura anche quello relativo alla vendita di prestazioni di medicina necroscopica.