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Nasce un parco fluviale «Può attirare il turismo»

L’“Energita 2018” lungo la pista ciclabile  del torrante Agno.   VE.MO.
L’“Energita 2018” lungo la pista ciclabile del torrante Agno. VE.MO.
L’“Energita 2018” lungo la pista ciclabile  del torrante Agno.   VE.MO.
L’“Energita 2018” lungo la pista ciclabile del torrante Agno. VE.MO.

A lezione di energia pulita lungo la ciclabile. L’Università e l’Ordine degli ingegneri di Verona, per un giorno, lasciano la cattedra e inforcano la bicicletta sulle tracce degli impianti idroelettrici che hanno fatto la storia industriale della città. A finire nel mirino della commissione sostenibilità dell’ateneo scaligero per “Energita 2018” è stata la valle dell’Agno con gli impianti di produzione elettrici realizzati dalla famiglia Marzotto nell’Ottocento e una pista ciclabile montana che fa da conduttore di energia turistica. In sella alle due ruote, con l’organizzazione della Federazione italiana amici della bicicletta di Verona, partendo dalla piazza di Recoaro esperti e studiosi di mobilità sostenibile e infrastrutture ciclabili hanno seguito il torrente Agno attraverso un percorso di rogge fino a raggiungere le centraline di Valdagno. Prima un salto all’impianto “Seladi” di Eusebio energia e poi una sosta al centro di “Promozione fonti rinnovabili Alto Vicentino” nella centrale idroelettrica “Marchesini”, ex Torrazzo, della società pubblica “Impianti Agno”. «Una vera e propria prova sul campo che ci ha dato la conferma che siamo sulla strada giusta -ha spiegato Giancarlo Zarantonello, progettista e direttore dei lavori della pista ciclabile Agno- Guà-. Percorrendo la ciclabile ci si rende conto che il torrente si sta rinaturalizzando e che sta nascendo un parco fluviale per ora conosciuto e frequentato soprattutto dai residenti, ma che deve essere lanciato al di fuori dei confini locali perché ha grandi potenzialità». E per fare in modo che il progetto si realizzi e diventi un volano per l’economia di valle occorre un programma di promozione. «È necessario pensare a una rete di servizi che ruoti attorno alle biciclette -ha aggiunto Michela Ceola, sociologa del turismo- Ad esempio taxi e grill bici, ossia modalità di trasporto e punti di informazione, riparazione, alloggio e sosta, ma anche alberghi amici dei ciclisti. Partendo dalla ricchezza paesaggistica e culturale che già esiste serve una comunicazione a 360° supportata anche da portali specialistici e l’organizzazione di eventi». Per oggi l’esame universitario è stato superato a pieni voti come conferma Marco Passigato, mobility manager dell’Università di Verona e consigliere nazionale Fiab: «La ciclabile Agno-Guà è un’opera piuttosto semplice nella parte bassa, ma che diventa sempre più complessa nei tratti a nord dove, per le caratteristiche morfologiche del territorio, ci si trova in una pista montana, aspetto che è stato molto interessante per gli ingegneri che hanno partecipato». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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