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Maternità cresce Dal rischio chiusura al travaglio in acqua

Il punto nascite di Valdagno sarà potenziato con nuovi servizi
Il punto nascite di Valdagno sarà potenziato con nuovi servizi
Il punto nascite di Valdagno sarà potenziato con nuovi servizi
Il punto nascite di Valdagno sarà potenziato con nuovi servizi

Dopo due anni dal corteo per salvare il punto nascite il reparto si potenzia. Una nuova sala operatoria per le emergenze ostetriche, una sala travaglio con doccia o vasca per alleviare il dolore ed il parto in analgesia che registra numeri in crescita passando dai 5 del 2016 ai 12 di questo primo semestre. Ma l’ospedale “San Lorenzo”, con 6.000 ricoveri e 3.500 interventi del gruppo operatorio all’anno, saluterà il 2019 anche con un nuovo ortopedico che rafforzerà ulteriormente l’équipe e con la semintensiva che arriverà ad essere “h24”. Queste le novità annunciate dal direttore generale del- l’Ulss 8 Giovanni Pavesi, che ha fatto il punto della situazione con il direttore dei servizi sociali, Salvatore Barra, i primari del San Lorenzo Vincenzo Furfaro di ortopedia, Raffaele Gianesini di chirurgia, Luca Rossi di geriatria e capo dipartimento dell’area medica, Fabio Miserocchi di medicina interna e Giovanni Martini di ginecologia, Raffaele Fava di anestesia, nonché Bruno Ruffato coordinatore e segretario provinciale dei pediatri. L’incontro, a palazzo Festari, è stato organizzato da “Progetto salute Valle Agno” e da Guanxinet. «L’invecchiamento della popolazione e i cambiamenti demografici devono portare a ragionamenti che sfocino in proposte di specializzazione - ha esordito il presidente dell’associazione, Giovanni Perazzolo -. Questa è la sfida di domani che riguarda la sanità ospedaliera in generale con l’indispensabile supporto di una forte medicina territoriale». E se il 25 giugno 2016 è una data da ricordare e che ha visto scendere in strada 10 mila persone, il sindaco Giancarlo Acerbi ha sottolineato: «Dobbiamo guardare al presente e al futuro e fare programmazioni a medio e lungo termine. In questo momento ho segnali positivi sul San Lorenzo, ma rimangono anche zone d’ombra di cui la direzione sanitaria è al corrente come le liste d’attesa e la difficoltà di raggiungere le altre sedi per le visite mediche soprattutto per noi che viviamo nell’alta valle con una percentuale importante di popolazione anziana». Ed è proprio sulla necessità di diventare attrattivi che il dg Pavesi punta: «Gli ospedali oggi devono avere una forte identificazione con il territorio, garantendo un buon livello di cure di base e trovando percorsi di eccellenza in cui specializzarsi. Strutturalmente il “San Lorenzo” è uno dei migliori nosocomi veneti con reparti all’avanguardia come ortopedia. Ci sono buone prospettive di crescita in un contesto che vede un ospedale di comunità tra i più importanti della regione e una medicina di gruppo tra le più funzionanti». Un contorno descritto dal direttore Salvatore Barra «con 12 medici di medicina integrata che seguono 17 mila pazienti, ma anche una serie di servizi extra ospedalieri, come l’assistenza domiciliare che nel 2017 ha visto 871 prese in carico. Ed è questo l’obiettivo da perseguire: sempre più domiciliarità e meno ospedalizzazione se non per le fasi acute». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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