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La nuova scuola? Marzotto-Luzzatti

L’ingresso dell’Iti Marzotto. FOTOSERVIZIO MOLINARI
L’ingresso dell’Iti Marzotto. FOTOSERVIZIO MOLINARI
L’ingresso dell’Iti Marzotto. FOTOSERVIZIO MOLINARI
L’ingresso dell’Iti Marzotto. FOTOSERVIZIO MOLINARI

Veronica Molinari La certezza è che da settembre Iti “Marzotto” e Iis “Luzzatti” saranno un unico istituto. Ma quale sarà il nome del nuovo polo tecnico? Se in Comune e da parte della dirigenza scolastica le bocche restano al momento rigorosamente cucite, per i cittadini la risposta sembra abbastanza scontata: “Marzotto-Luzzatti”, per mantenere in vita l’identità dei due poli scolastici. Finisce dunque in parità la partita tra Vittorio Emanuele Marzotto della famiglia di imprenditori tessili valdagnesi e il politico, economista e giurista veneziano, sotto la cui guida il governo varò la riforma che rese obbligatoria la scuola fino a dodici anni. La richiesta di accorpamento arrivata sui tavoli della Provincia da parte del Comune e accolta all’unanimità era stata dovuta ai numeri. Da una parte un Istituto tecnico industriale in crescita con 630 iscritti quest’anno e, dall’altra, un Istituto tecnico economico già unito al professionale da anni che insieme non arrivano a 500 studenti: all’Ite sono 224 e all’Ip 256. E se l’andamento per il Luzzatti è in discesa, negli anni è stato sicuramente il professionale a perdere il maggior numero di iscritti. Dunque dopo tre anni di reggenza ora accorpamento sia. Con poche eccezioni che propendono per “Marzotto” i valdagnesi, a cui abbiamo chiesto un parere sul futuro nome da dare alla scuola, desiderano che vengano mantenuti entrambi i nomi, quasi a voler salvaguardare le anime dei due istituti. «Sarebbe giusto chiamarla Marzotto-Luzzatti», afferma Laura Preto a cui fa eco anche Francesca Dal Soglio. «I miei figli hanno terminato gli studi molti anni fa e la cosa potrebbe non riguardarci - puntualizza Carla Meggiolaro -. Se però devo esprimere un’opinione vorrei mantenessero entrambi come memoria storica. Chissà mai che un giorno non sia possibile farli tornare istituti indipendenti». Anche chi è impegnato nelle letture in Biblioteca civica non ha dubbi: «È giusto mantenere entrambi i nomi per conservare le identità degli istituti nonostante l’accorpamento», considera Alberto Soldà. Pensiero molto simile per Gastone Poletti, che lo considera un modo per continuare comunque a tenerli vivi e separati. Poi ci sono i pro “Marzotto”: «Ritengo giusto mantenere solo il nome Marzotto, perché si è in presenza di un imprenditore illuminato che ha avuto un’idea rivoluzionaria per l’epoca e assolutamente moderna - è il parere di Fabrizio Maltauro -. Oggi non esiste un privato che lavori per il welfare come Marzotto ha fatto per Valdagno». E l’imprenditore vince anche per Claudio Busato e Bertilla Bauce: «È più rappresentativo. Come città siamo sempre in debito con la famiglia». Per lo statista veneziano in pochi propendono e chi lo sostiene non è neutrale, come Laura Sinico: «Luzzatti, ho frequentato ragioneria». O come Nicole di 23 anni che tifa “Luzzatti” perché «mi sono diplomata al professionale e mio fratello studia all’Ite». E infine c’è chi scherza come Gino Piccolo: «Dovrebbero intitolarlo agli anziani, tanto la famiglia Marzotto ormai è scomparsa da Valdagno. Ma se devo scegliere seriamente un nome, dico che deve sopravvivere “Marzotto”. Luzzatti? Era un farmacista che aveva il negozio 70 anni fa davanti alla chiesa. No? Comunque è un cognome di Valdagno». Proprio così Luigi Luzzatti è comunque un emerito sconosciuto in città. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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