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Valdagno

Il sindaco fa il rude
con le donne
Solo per commedia

Romano, Carmignan, Acerbi, Guiotto e Visonà. FOTO MASSIGNAN
Romano, Carmignan, Acerbi, Guiotto e Visonà. FOTO MASSIGNAN
Romano, Carmignan, Acerbi, Guiotto e Visonà. FOTO MASSIGNAN
Romano, Carmignan, Acerbi, Guiotto e Visonà. FOTO MASSIGNAN

Inutile negarlo. Molte, moltissime, tra le oltre 600 persone che l'altra sera hanno riempito il “Super” di Valdagno non avevano occhi che per lui: un sindaco che fa l'attore non è cosa da tutti i giorni. Se poi, come ha fatto Giancarlo Acerbi, scende in campo dalla parte delle donne nella giornata internazionale che chiede l'eliminazione della violenza contro di loro, non ne parliamo nemmeno. E se in più ci mettiamo che, assieme a lui, sono si sono messi simbolicamente a nudo sul palco altri undici volti noti della società civile valdagnese, la curiosità ha lasciato spazio alla meraviglia. Soprattutto quando il pubblico, specialmente quello maschile, ha capito che non sarebbe stata una serata facile. Per capirsi, una delle frasi conclusive della pièce, pronunciata da tutti i presenti, è stata: «Mi vergogno di far parte del genere maschile». E questo dopo aver risposto alla domanda: «Cosa pensi di chi stupra una donna?».

Toni forti, con fare rude, alternati a passaggi leggeri, ma mai banali. Terminologia cruda. Diretta. Senza censure ma senza nemmeno scadere nella volgarità per permettere di far arrivare chiaramente il messaggio alla platea. Interpreti per una notte, davanti agli occhi curiosi e alla sorpresa degli spettatori, oltre al sindaco Acerbi c’erano il suo vice Michele Vencato, il consigliere comunale Eliseo Fioraso e gli ex Giuseppe Mercanti, Franco Visonà, Paolo Slaviero e Leonardo Guiotto ma anche Francesco Carmignan, Luca Romano, Marco Goldoni, Andrea Lazzari e Maurizio Savi assieme all'autrice di "Manutenzioni - Uomini a nudo", Monica Lanfranco. Dodici uomini con altrettanti leggii su sfondo nero, che leggono le riflessioni di altri 300 maschi, interpellati dall'autrice su temi difficili da affrontare come la virilità, la sessualità, gli stupri e la violenza di genere. La struttura dello spettacolo è piuttosto semplice e diretta. Dopo un'introduzione, in cui è la stessa autrice a spiegare il perché della pièce, si sono alternate parti corali e di approfondimento, sempre intervallate dalla musica degli “Swinging Bridge”.

La fase corale prevede tutti gli attori in scena a rispondere attraverso la lettura alternata di micro-riflessioni a diverse domande: “Cos'è il sesso?” o “Pensi che la componete violenta sia insita nella sessualità maschile?”. Poi, ci sono tre parti di reale approfondimento, reso attraverso la recitazione. La prima tra queste sezioni è stata lasciata a Carmignan, che ha interpretato una riflessione sulla pornografia portando in scena il racconto di un business man costretto a festeggiare un successo lavorativo in un body restaurant, cioè un locale dove il piatto di portata è il corpo di una ragazza: «La pornografia eravamo noi e non la ragazza. Lei la dignità non l'ha mai persa. Io non ho mangiato, ma non ho avuto la forza di andarmene».

La seconda è stata lasciata ad un trio “comico” composto da Vencato, Visonà e Lazzari, che hanno inscenato un dialogo surreale sulla virilità, su cosa sia e sugli stereotipi che spesso passano sulla bocca degli uomini. L'interpretazione leggera ha strappato più di una risata in sala. La terza, infine, è stata interpretata da Marco Goldoni.

Karl Zilliken

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