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«Da lunedì lingua veneta alle medie»

L’istituto Fogazzaro di Trissino dove da domani il dialetto veneto sarà materia di studio
L’istituto Fogazzaro di Trissino dove da domani il dialetto veneto sarà materia di studio
L’istituto Fogazzaro di Trissino dove da domani il dialetto veneto sarà materia di studio
L’istituto Fogazzaro di Trissino dove da domani il dialetto veneto sarà materia di studio

La lingua veneta arriva in classe. E lo fa dalla porta principale entrando nel piano dell’offerta formativa dell’istituto comprensivo di Trissino. Se fino a qualche anno fa parlare dialetto durante le ore di lezione poteva costare una ramanzina, oggi saperlo fare potrebbe diventare motivo di note di merito. La rivoluzione, che potrebbe essere solo all’inizio, prenderà il via domani alla scuola media “Fogazzaro”, dove per la prima volta in Veneto 111 studenti saranno coinvolti nel progetto “Percorsi di lingua veneta”. Un post su Facebook che rende l’idea: una lavagna ed un avviso “Da luni 5 marso studiemo finalmente lengua veneta rento le scole”. A condurre le lezioni docenti dell’Academia de la Bona Creansa di Vicenza, in collaborazione con l’associazione Infomedia Veneto che si occupa di diffondere la cultura veneta nel mondo, che affiancheranno in questa avventura pionieristica gli insegnanti dell’istituto. E partendo dal primo manuale universitario “I sete tamizi: la ciave par capir tute le lengue romanse” Alessandro Mocellin, direttore del dipartimento linguistico “Academia de la lingua veneta” e autore del testo pubblicato a Francoforte insieme a Horst Klein e Tilbert Stegmann, guiderà le cinque classi coinvolte nel percorso. Sette lezioni di un’ora fino a fine mese impegneranno tre classi che studiano, oltre all’inglese, il francese e due il tedesco. «Il progetto è partito grazie all’Amministrazione che ne ha riconosciuto l’importanza fin dall’inizio, credendoci e sostenendolo - spiega Mocellin -. Si partirà dallo studio generale delle origini e della diffusione lingua veneta per addentrarsi nell’esame dei suoni e nei confronti con l’italiano, il francese e il tedesco. I ragazzi scopriranno come la struttura del dialetto veneto sia simile al francese per l’inversione del soggetto e del verbo nelle domande e nei verbi frasali, o come i suoni possano essere assimilati allo spagnolo. Per la prima volta potranno capire che quella lingua, che dall’ultima rilevazione Istat del 2007 è parlata al nord da 4 milioni di persone, è ricca di parole come ciao, gazzetta, arsenale che hanno assunto una risonanza internazionale». Dalla teoria alla pratica: nell’ultimo incontro, gli studenti si misureranno in traduzioni di testi come la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948. L’idea è partita dall’assessorato all’identità veneta guidato da Gianpietro Ramina ed è stata accolta dalla scuola. «Si tratta di un progetto importante che ha l’obiettivo di far conoscere o ricordare la nostra storia - spiega il sindaco Davide Faccio -. La risposta che abbiamo ottenuto, partendo da un’iniziale adesione di due classi fino ad arrivare al coinvolgerne cinque, attesta che anche i cittadini ritengono il percorso intrapreso degno di nota. L’istituto, inserendo il programma nel Pof, ha riconosciuto il valore culturale della nostra tradizione linguistica». Ed è proprio l’aspetto linguistico che ha spinto la scuola ad abbracciare l’iniziativa. «Abbiamo aderito alla proposta e l’abbiamo fatta nostra essendo un progetto linguistico» conferma il dirigente scolastico, Mariangela Ceretta. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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