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L’ospedale al bivio Duello sulle schede «No scatole vuote»

L’ospedale Alto Vicentino di Santorso, al centro del dibattito
L’ospedale Alto Vicentino di Santorso, al centro del dibattito
L’ospedale Alto Vicentino di Santorso, al centro del dibattito
L’ospedale Alto Vicentino di Santorso, al centro del dibattito

«L’Ulss Pedemontana resta. Non cambierà niente per Santorso». Manuela Lanzarin, assessore regionale alla sanità - al San Bortolo di Vicenza per inaugurare una mostra fotografica sul personale ospedaliero e visitare la nuova avveniristica radiofarmacia - smentisce qualsiasi voce di rivoluzione per l’ospedale Alto Vicentino. “Vicenza ha un grande ospedale all’altezza di Padova e Verona, ma Santorso resta con Bassano. Le schede non stravolgeranno nulla. Confermeranno la stessa identica mappa introdotta dalla riforma del 2016». Per l’assessore, dunque, un orizzonte già delineato, che premia la fiducia dei sindaci del distretto Thiene-Schio che aspettano le schede come la manna, perché, secondo loro, sarà la nuova programmazione regionale a garantire il futuro dell’ospedale di Santorso, sulla scia di quanto dichiarato nel documento ufficiale del 21 febbraio: «Abbiamo fatto un grosso lavoro di supporto per vedere riconosciuto al nostro ospedale organici e strutture necessari per il mantenimento dei reparti esistenti con pari dignità rispetto al San Bassiano. Le rassicurazioni ricevute dall’assessore Lanzarin ci fanno pensare che le nostre istanze verranno accolte». A dare ulteriore sostegno a questa linea ci pensa il consigliere regionale leghista Maurizio Colman, che ai sindaci si era già unito nella recente conferenza del comitato del distretto 2 nel municipio di Thiene. Anche lui non ha dubbi: «Niente sconvolgimenti. Le schede rafforzeranno l’Ulss 7 e l’ospedale dell’Alto Vicentino. Lo abbiamo chiesto a livello di gruppo e io ho perorato in particolare una causa: a Santorso vogliamo l’emodinamica h24. Sono certo che la richiesta verrà accolta». I dubbi ce li ha, invece, Stefano Fracasso capogruppo Partito democratico a palazzo Ferro Fini. Per lui le schede potrebbero riservare a Santorso amare sorprese, diventare scatole vuote per un ospedale in declino: «Invito i sindaci - afferma Fracasso - a non farsi troppe illusioni. Sulle schede bisogna fare una operazione di verità, si deve sapere dove c'è il primario, con quanti posti letti e, soprattutto, con quanti medici. Altrimenti avremo le targhette fuori dai reparti ma dentro i pazienti non troveranno un servizio adeguato. Non possiamo permetterci di ingannare cittadini e operatori scrivendo che tutto sarà come prima, ma solo sulla carta». La denuncia di Fracasso è sull’intero fronte: «La riforma delle Ulss è stata un fallimento. I sindaci sono rimasti tagliati fuori, i dirigenti sanitari sono stati trasformati in semplici esecutori, il sistema è diventato una piramide con un unico vertice a Venezia, e si è persa l'autonomia dei territori, quella che aveva fatto la fortuna dell'Alto Vicentino. Non serve la contesa tra Schio e Bassano, il vero problema non sono i confini ma, ripeto, l’autonomia dell’Ulss e la programmazione». Con un’ultima chiosa: «Noi, come Partito democratico, continuiamo a raccogliere le lamentele dei sindaci, che ogni giorno registrano gli allarmi dei cittadini. I medici fuggono da Santorso come da Camposampiero perché hanno condizioni di lavoro sempre più pesanti, la gente trova liste di attesa lunghissime e corre negli ospedali hub o nel privato. La rete ospedaliera nasce come provinciale. Agli ospedali spoke fuori dai capoluoghi non è stata data pari dignità. E questo crea disparità di trattamento». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Franco Pepe

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