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Dueville

Getta l’alcol
per accendere fuoco
88enne ustionata

Un centro ospedaliero per il trattamento delle ustioni gravi
Un centro ospedaliero per il trattamento delle ustioni gravi
Un centro ospedaliero per il trattamento delle ustioni gravi
Un centro ospedaliero per il trattamento delle ustioni gravi

Dramma della vecchiaia e della solitudine. È accaduto nel trado pomeriggio di due giorni fa a Povolaro. Un'anziana di 88 anni, Maria Gheller, che vive da sola in un'abitazione di via Piave 46, si é ustionata gravemente alle braccia, al torace e alle gambe, mentre stava cercando di attizzare le braci del camino. La donna, appena rientrata in casa, si é subito recata davanti al camino che in questa stagione accende al mattino per riscaldare il piccolo appartamento in cui abita. Il fuoco dei ceppi era piuttosto flebile, stava per spegnersi, per cui ha provato a ravvivare le fiamme con la carta, e poi ha gettato all'interno del camino l'alcol contenuto in una bottiglia. Solo che questa volta é stata meno attenta del solito, il getto é stato troppo abbondante, la nonnina era molto vicina al fuoco e l'imprudenza le é costata cara, anche se le conseguenze sarebbero potute essere ancora più pesanti.

Il liquido si é incendiato, il fuoco é risalito con violenza e il ritorno di fiamma l'ha investita su tutto il corpo, avvolgendole i vestiti ed entrando in profondità negli arti e nel petto. La donna si é messa a gridare, e il pronto arrivo dei vicini, che hanno spento le fiamme e le hanno prestato i primi soccorsi, ha impedito che la situazione diventasse tragica. È stato subito allertato il 118. E un'ambulanza del Suem l'ha trasportata all'ospedale di Vicenza. I sanitari del pronto soccorso del San Bortolo hanno fatto le prime medicazioni e, quindi, l'hanno ricoverata nel reparto di chirurgia plastica. Le fiamme le hanno provocato ustioni di secondo grado interessando il 15 per cento del corpo, e sono, dunque, molto acute. «In questo caso – spiega il primario Maurizio Pegoraro – l'aggravante é costituita dall'età, anche se la signora ha un fisico eccezionale, é riuscita ad alzarsi subito, collabora parecchio, parla, ed é già leggermente migliorata. C'é da bloccare lo shock, da combattere la disidratazione e cercare di tenere lontane le infezioni che, quando ci sono ustioni del genere che divorano larghi strati di pelle, restano sempre in agguato e, in una persona anziana che guarisce lentamente, rappresentano un grosso pericolo». La donna é curata assiduamente con flebo di liquidi che servono a compensare le sostanze perdute con le bruciature. E, poi, come detto, un cocktail di antibiotici mirati per difendere Carmela dall'aggressione delle infezioni batteriche. «Per fortuna – spiega il dott. Pegoraro - le ustioni non superano il 15 per cento della superficie corporea, per cui non dobbiamo operare la paziente. Le bruciature sono, però, abbastanza profonde, e potrebbero lasciare delle cicatrici. Importante é, comunque, che esca bene da questa avventura. Rimarrà qui da noi almeno una settimana». Quest'anno almeno un centinaio le persone ricoverate nel reparto di chirurgia plastica a causa di ustioni. «Negli ultimi due mesi – dice il primario – questi incidenti sono sensibilmente aumentati». Vittime più numerose anziani e bambini. Una ventina i pazienti trasferiti nei Centri grandi ustionati di Padova e Verona.

Franco Pepe

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