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«Fine assurda, conosceva quelle cime»

Luca Mottin, 47 anni, è morto dope essere scivolato sul PasubioLa partenza per il sentiero che porta alle gallerie del Pasubio
Luca Mottin, 47 anni, è morto dope essere scivolato sul PasubioLa partenza per il sentiero che porta alle gallerie del Pasubio
Luca Mottin, 47 anni, è morto dope essere scivolato sul PasubioLa partenza per il sentiero che porta alle gallerie del Pasubio
Luca Mottin, 47 anni, è morto dope essere scivolato sul PasubioLa partenza per il sentiero che porta alle gallerie del Pasubio

Giulia Armeni Amava la montagna Luca Mottin e su quelle cime, tra le mulattiere e le pareti rocciose delle Piccole Dolomiti, ci era andato molte volte, spesso in solitaria. «Ma era un alpino lui, quelle zone le conosceva, non era la prima volta che ci andava, io stesso ci sono stato in diverse occasioni. Insieme mai, però». Parla con un filo di voce Antonio Mottin, il fratello dell'escursionista di Fara Vicentino deceduto sabato dopo un volo di 300 metri mentre percorreva la strada delle 52 Gallerie, a quota 1800. È scosso e ancora attonito e come lui tutti i familiari, gli amici e i conoscenti dell'artigiano 47enne che viveva in via Costa a Fara, dove gestiva un'attività di automazioni. Nessuno riesce ancora a capacitarsi che da quella che doveva essere una piacevole, per quanto impegnativa, camminata mattutina, Luca non sia più tornato. Tradito, in un sabato mattina come tanti, da una passione, quella per la montagna, che con ghiaccio e neve può trasformarsi in «una trappola mortale», come hanno ricordato le guide alpine sulla pagina Facebook della strada delle Gallerie. «Non sappiamo cosa sia successo -ammette il fratello- sarà scivolato ma non lo sappiamo, io sono stato avvertito solo a mezzanotte». Luca stava salendo da solo verso il rifugio Papa, che si trova a 1928 metri e si trovava ormai tra la 49a e la 50a galleria quando, probabilmente dopo aver messo il piede in fallo sul terreno ghiacciato, ha perso l'equilibrio ed è volato per centinaia di metri nel canalone sottostante. Nessuno ha assistito alla tragedia ma, ad accorgersi di quella che sembrava una frana, con massi che rotolavano e, soprattutto, una traccia riconducibile ad una scivolata, sono stati alcuni escursionisti che si trovavano sul versante opposto, alla galleria d'Havet e che intorno alle 12 hanno dato l'allarme. Subito la macchina dei soccorsi si è messa in moto, con le squadre del soccorso alpino di Schio partite alla volta di Valli assieme all'elisoccorso di Trento allertato dal 118, che dopo aver sorvolato il tratto indicato ha individuato il corpo del 47 enne 300 metri più a valle, già morto per i traumi e le ferite riportate nella caduta. Per circa due ore i soccorritori hanno lavorato per recuperare la salma, trasportata in elicottero all'esterno del rifugio Balasso dove i carabinieri della stazione di Valli del Pasubio, coordinati dal maggiore Vincenzo Gardin, hanno svolto i rilievi per identificare la vittima e stabilire la dinamica dell'incidente. Esprime cordoglio la sindaca di Fara Maria Teresa Sperotto, ieri mattina in visita alla famiglia Mottin, mentre si attende il nulla osta della procura, che dovrebbe arrivare oggi, per poter organizzare i funerali. Non è purtroppo la prima volta che si verificano incidenti e imprevisti sulla famosissima strada militare panoramica che, tra storia e natura, raggiunge nel punto più alto quota 2000 metri, congiungendo Bocchetta Campiglia e le porte del Pasubio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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