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Emergenza rosa Ogni quattro giorni una donna vittima

La firma del nuovo protocollo antiviolenza ieri a Thiene. CISCATO
La firma del nuovo protocollo antiviolenza ieri a Thiene. CISCATO
La firma del nuovo protocollo antiviolenza ieri a Thiene. CISCATO
La firma del nuovo protocollo antiviolenza ieri a Thiene. CISCATO

Ogni quattro giorni al pronto soccorso dell'ospedale Alto Vicentino giunge una donna vittima di violenza. L'anno scorso sono state 91, il 73% delle quali ha subito violenza da familiari tra le mura domestiche. Nello stesso periodo 171 donne si sono rivolte al centro antiviolenza di Schio, e nella maggioranza dei casi si è trattato di mamme, molto spesso italiane, con uno o più figli che hanno assistito ai soprusi. Una sorta di bollettino di guerra tanto tragico quanto parziale: l'elenco sarebbe certamente molto più lungo se le vittime non avessero paura di denunciare e di chiedere aiuto. Per tentare di dar loro una via d'uscita, il comitato dei sindaci del Distretto 2 dell'Ulss 7, assieme all'azienda sanitaria e al comando dei carabinieri di Thiene e Schio, ha approvato ieri un protocollo operativo per l'accoglienza e la presa in carico delle vittime attraverso l'attivazione della Rete Antiviolenza Altovicentino. Lo strumento, sottoscritto alla presenza dei primi cittadini, di Bortolo Simoni, commissario dell'Ulss e di Manuela Lorenzin, assessore regionale ai servizi sociali, definisce con precisione i compiti di ciascuno dei soggetti che costituiscono la Rete, in modo da rendere l'intervento tempestivo ed efficace e di fornire ad ogni vittima un percorso personalizzato per favorire l'autonomia. Sono molti i servizi pubblici coinvolti nelle Rete: da quelli del Distretto 2 Alto Vicentino, ai Comuni, agli Sportelli Donna, alle strutture di pronta accoglienza fino alle forze dell'ordine (carabinieri e polizia locale Nevi e Alto Vicentino). L'accesso alla Rete Antiviolenza da parte di una donna vittima di sopruso fisico, sessuale, psicologico, economico e religioso, può avvenire in diversi modi: attraverso il pronto soccorso o le forze dell'ordine, in casi di estrema emergenza, oppure tramite i servizi sociali del Comune di residenza, gli sportelli Donna di Thiene e Malo e il centro antiviolenza di Schio, o il consultorio familiare. Una volta attivata la Rete alla donna, e ai suoi figli, verrà subito garantita la pronta accoglienza nella Casa della Solidarietà di Thiene, una struttura attiva h24 che fornisce alle vittime vitto e alloggio per 72 ore ed è sostenuta dal fondo di solidarietà pagato dai 32 Comuni dell'ex Ulss 4. Una volta valutata la situazione e definito il progetto di assistenza, la donna potrà essere trasferita alla Casa Rifugio di Schio o nel proprio domicilio. Una parte del protocollo è anche dedicata al recupero del maltrattante, il quale viene incoraggiato a iniziare un percosso di sostegno e cambiamento presso un centro specializzato. «Questo nuovo protocollo, che sostituisce quello scaduto nel 2016 - ha spiegato Robertino Cappozzo, presidente del Comitato dei Sindaci del Distretto 2 - nasce dalla volontà di un segno di attenzione particolare ad un bisogno che non sempre riesce ad esprimersi, a volte per paura altre per cultura. È un servizio in più che vogliamo offrire alle donne in modo che sappiamo a quale porta suonare in caso di bisogno. Questo documento è dedicato a due donne speciali purtroppo scomparse: Roberta Battocchio, dirigente comunale di Schio e Lucia Fazzina, avvocato di Vicenza, due professioniste illuminate che hanno speso molta parte della loro vita combattendo per la difesa delle dignità e dei diritti di ogni donna». «Il territorio dell'ex Ulss 4 si è sempre distinto all'interno della sanità veneta per innovazione, propulsione e capacità - ha aggiunto il commissario Simoni - e questo protocollo ne è un ottimo esempio. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato a questo progetto per tutelare efficacemente le vittime di violenza». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Dall'Igna

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