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Addio a Vecelli, anima del teatro

Marina Vecelli si è spenta all’età di 69 anni per un male incurabileL’opera “Agnese di Dio” della compagnia “La Zonta” con Vecelli
Marina Vecelli si è spenta all’età di 69 anni per un male incurabileL’opera “Agnese di Dio” della compagnia “La Zonta” con Vecelli
Marina Vecelli si è spenta all’età di 69 anni per un male incurabileL’opera “Agnese di Dio” della compagnia “La Zonta” con Vecelli
Marina Vecelli si è spenta all’età di 69 anni per un male incurabileL’opera “Agnese di Dio” della compagnia “La Zonta” con Vecelli

Se n'è andata in silenzio, a 69 anni (ne avrebbe compiuti 70 in agosto) Marina Vecelli, “regina” e “anima” del teatro thienese. Si è spenta nella notte tra venerdì e sabato perdendo la sua battaglia contro una malattia incurabile. La città di Thiene si è svegliata ieri mattina incredula, attonita nel dover ammettere che non ci sia più quella vitale, sensibile, generosa donna che aveva l'innata capacità di stregare il pubblico con le sue grandi interpretazioni. Bravissima a disegnare (si era diplomata alla scuola d'arte di Nove e aveva lavorato come decoratrice di tessuti), la sua vita è sempre stata immersa nella recitazione che si trattasse di cinema, ha partecipato al film del giornalista e regista Dennis Dellai “Terre Rosse”, o di teatro, la sua grande passione. «Marina era un vulcano - racconta Dellai- ma soprattutto riusciva, con la sua risata coinvolgente, a rendere più leggere le lunghe giornate sul set. Ricordo che un giorno, avendo dimenticato una battuta del copione, si inventò delle parole completamente senza senso. Scoppiammo a ridere e per circa un’ora fu impossibile riprendere, tanto ci stavamo sbellicando dalle risate. Ma era anche una grande attrice, una vera professionista dotata di una sensibilità non comune. Ci porteremo per sempre nel cuore la maestra delle Terre Rosse». Vecelli ha calcato i palcoscenici per oltre mezzo secolo, iniziando la sua carriera negli anni Settanta nella capitale, dove ha sperimentato sulla sua pelle il famoso “Teatro d'Avanguardia” lavorando con registi del calibro di Lino Fontis, Manuela Kustermann e Giancarlo Nanni. Alle spalle un universo di spettacoli, autori, registi, compagni di avventura e viaggi in ogni parte d'Italia. Un amore appassionato e profondo, il suo, per il teatro che l'ha portata a ottenere successi e riconoscimenti nei Festival nazionali più importanti della penisola. Solo per citarne alcuni, ha ottenuto il premio come miglior interprete femminile al Festival nazionale “Cittadini illustri 2015” di Bovolone (VR) per “Maria di Magdala”, il riconoscimento come miglior attrice non protagonista al Festival nazionale “L'ora di Teatro 2014” a Montecarlo di Lucca per “Agnese di Dio”, nonché il premio come miglior attrice non protagonista al Festival “Mecenate 2013” di Roma per “Macbeth”. Ha avuto una carriera densa di prove importanti e un lungo sodalizio artistico, durato oltre 25 anni, con Giampiero Pozza fondatore della compagnia teatrale “La Zonta”. «L'ho conosciuta nel 1991 – racconta il regista –. Di lei mi colpirono immediatamente la sua grandissima presenza scenica e una voce potente che le dava il potere di imporsi sul pubblico. La recitazione ce l'aveva nel sangue e aveva la capacità di analizzare un personaggio riuscendo ad andare oltre il copione». «Straordinaria nei ruoli drammatici - conferma ancora Pozza - forse quelli a lei più congeniali, sapeva poi divertire nei ruoli leggeri. Insieme abbiamo lavorato a più di 20 spettacoli, da “Salomè” a “Madame de Sade”, da “I pettegolezzi delle donne” a “Camere da letto”, da “Arsenico e vecchi merletti” a “Macbeth”. Recitare la faceva sentire viva, amava entrare nei panni di altre persone, raccontarne la vita, e la emozionava salire sul palco e regalarsi completamente al pubblico. Come donna era unica, era così facile entrare in sintonia con lei, sapeva accogliere, comunicare e condividere». Una persona indimenticabile. «Mi mancherà tantissimo», conclude. Tra i molti che la ricordano e che ricordano le sue grandi qualità cè anche l'assessore alla cultura del Comune di Thiene Gabriella Strinati. «Marina era una donna di una rara sensibilità», ha spiegato. Come attrice aveva «un'intensità che si trova raramente. Sapeva lasciare il segno. La ricordo in “Madame De Sade”, che è stata l’ultima sua straordinaria interpretazione che ho visto a teatro. Ma era anche una persona con una grande umanità e generosità: negli anni ha trasmesso tutta la sua esperienza alle attrici più giovani, dispensando consigli e mille piccole attenzioni». E di una cosa è certa il vicesindaco Strinati: «Thiene ha perso un'artista con la A maiuscola». Il funerale sarà martedì, alle 9.30, nella chiesa del Rosario a Thiene.. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvia Dal Maso

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