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«È andato tutto in cenere Ma ora voglio ripartire»

Ciò che resta del tetto del ristorante-pizzeria Pedrocchi di Marano, devastato da un incendio. CISCATO
Ciò che resta del tetto del ristorante-pizzeria Pedrocchi di Marano, devastato da un incendio. CISCATO
Ciò che resta del tetto del ristorante-pizzeria Pedrocchi di Marano, devastato da un incendio. CISCATO
Ciò che resta del tetto del ristorante-pizzeria Pedrocchi di Marano, devastato da un incendio. CISCATO

Non c'è stato un attimo di pace mercoledì scorso per Davide Grotto, il gestore del noto ristorante-pizzeria Pedrocchi di via 4 Novembre di Marano andato completamente distrutto in un incendio perché in un solo giorno ha dovuto “sopportare” la vista delle fiamme in due occasioni diverse. IL SECONDO ROGO. Dopo un'intensa giornata di lavoro per mettere in sicurezza l'area in pieno centro storico del paese, come richiesto espressamente da un'ordinanza del sindaco Marco Guzzonato per l'incolumità dei passanti, l'imprenditore thienese, 46 anni, aveva lasciato il luogo devastato dalle fiamme verso le 21. Neppure il tempo di ordinare una pizza, che alcuni amici lo hanno avvisato di tornare subito in paese per un nuovo principio di incendio nel fabbricato. «Quando sono arrivato i vigili del fuoco di Schio, avvisati dai vicini, erano già all'opera per domare il piccolo rogo – racconta Grotto -. Dopo mezz'ora hanno rimesso in sicurezza la zona e mi hanno spiegato che le fiamme erano ripartite da una trave portante che si trovava all'interno di un muro». IL PRIMO. Il primo devastante rogo, ha tenuto impegnati 14 vigili del fuoco delle caserme di Schio e Vicenza, arrivati con quattro automezzi tra cui un'autoscala, un'autobotte e due autopompe serbatoio per ben 5 ore, dalle 2 alle 7 di mercoledì mattina. I pompieri, che avevano trovato il tetto dell'edificio già distrutto, hanno lavorato alacremente per tentare di domare le fiamme che stavano devastando il piano terra del locale e i due piani superiori, ma c'è stato poco da fare. Sono, invece, riusciti a scongiurare il propagarsi del fuoco agli stabili circostanti, tra i quali anche la sede del Municipio. Le cause del rogo sono al vaglio dei tecnici dei vigili del fuoco, ma l'ipotesi più accreditata pare un cortocircuito. I DANNI. Difficile quantificare i danni, ma sono apparsi subito ingenti anche ai periti delle assicurazioni che nel pomeriggio di mercoledì hanno raggiunto l'edificio per compire i rilievi necessari a fare una corretta valutazione delle perdite economiche subìte dal gestore del ristorante e dal proprietario dell'immobile, Franco Rigoni di Malo. «Non ho idea a quanto ammontino i danni, nella denuncia che ho fatto ai carabinieri della stazione di Thiene è stata scritta una cifra approssimativa di 300 mila euro, ma credo non siano sufficienti a sistemare tutto. Basti pensare che, solo di attrezzature, io ho perso più di 150 mila euro perché è andato tutto in cenere, da recuperare non c'è proprio nulla. Per fortuna si è salvata la parte esterna del locale, il giardino che è sempre stato un fiore all'occhiello del mio ristorante. Adesso rimane solo una cosa da fare: rimboccarsi le maniche e lavorare duramente per far ripartire l'attività. Spero che l'inaugurazione arrivi per l'inizio della stagione estiva». LA SOLIDARIETÀ. Intanto Grotto deve lavorare per mantenersi quindi sta valutando una serie di proposte fatte da alcuni colleghi del settore. «Accanto alla solidarietà di tanti amici e conoscenti, mercoledì il telefono era surriscaldato da quante chiamate ho ricevuto, ho già avuto anche varie proposte di andare a mettere la mia professionalità a disposizione di locali non solo della zona ma addirittura anche dall'estero – prosegue il gestore -. Ho sempre fatto questo lavoro e in tanti mi conoscono, in situazioni come queste lavorare bene diventa ancora più importante. Ora devo valutare attentamente cosa fare perché, è indubbio, ho bisogno di lavorare». Il Pedrocchi, ristorante-pizzeria storico della vita sociale cittadina, dava da vivere non solo a Grotto, ma anche a ben sei dipendenti (tra i quali anche una signora in maternità) e tanti "a chiamata", soprattutto nel fine settimana. Un’attività che contribuiva all'economia del paese e che dava un valore aggiunto al centro storico. Per questo sono molte le persone che si augurano che possa riaprire il prima possibile. Tra questi in prima linea il sindaco Guzzonato che mercoledì non ha lasciato Grotto da solo un attimo e il deputato leghista Erik Umberto Pretto, maranese “doc”. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvia Dal Maso

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