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Vola il divorzio breve a 16 euro

Sempre più coppie in crisi si rivolgono in municipio per i divorzi brevi
Sempre più coppie in crisi si rivolgono in municipio per i divorzi brevi
Sempre più coppie in crisi si rivolgono in municipio per i divorzi brevi
Sempre più coppie in crisi si rivolgono in municipio per i divorzi brevi

Vado, mi separo e torno, il “divorzio breve” piace anche a Schio. Da fine 2014, con la norma che permette di separarsi e divorziare in Comune bypassando avvocati, giudici e relativi costi, sono state 228 le coppie che hanno bussato alla porta dell’ufficiale di stato civile. I NUMERI. Il dato è in lieve ma costante crescita. Se nel 2015 le coppie che erano “scoppiate” in Comune erano state 68 con 25 divorzi, l’anno successivo il dato era salito a 79 (27 i divorzi). L’anno scorso, poi, la cifra complessiva era arrivata a quota 81 ed il dato sui divorzi si era attestato ancora una volta sul numero 25. Quest’anno, il dato relativo ai soli divorzi è a 9, la tendenza sembra in media con gli scorsi anni. Nello stesso periodo di tempo, dal 2015, hanno deciso di convolare a nozze 319 coppie: il primo anno ci sono stati 108 “sì”, di cui 60 civili; nel 2016 i “lo voglio” sono stati 93 (51 civili) e l’anno scorso il totale è stato di 98 di cui 52 civili. Quest’anno l’ultimo dato sui fiori d’arancio si è fermato a 20. Unendo a separazioni e divorzi brevi le negoziazioni assistite ed i provvedimenti dei tribunali, le coppie che si lasciano sono poco meno del doppio rispetto a quelle che si uniscono. LA PROCEDURA. I coniugi in rotta possono scegliere quale Comune contattare tra quello di residenza di uno dei due, quello in cui è iscritto l’atto dopo la celebrazione, quello in cui è trascritto l’atto del rito religioso e, infine, il municipio in cui è trascritto il matrimonio celebrato all’estero. L’assistenza di un avvocato è facoltativa. Basta che marito e moglie firmino un modulo specifico (reperibile anche online) che dà il via al procedimento e permette al Comune di acquisire i documenti. Nel caso di separazione, oltre al modulo compilato, basta un documento di identità. Nel caso di divorzio, il “malloppo” di carte è un po' più consistente: per divorziare serve la sentenza di separazione, passata in giudicato da almeno dodici mesi per la separazione giudiziale e di sei mesi nel caso di consensuale; oppure copia dell’accordo di separazione raggiunto dopo la negoziazione assistita da avvocati, trascorsi più di 6 mesi dall’accordo; o infine l’atto di separazione davanti all’ufficiale dello stato civile che deve essere stato siglato almeno sei mesi prima. Quando l’ufficiale di stato civile ha tutti i documenti, dovrà fissare un appuntamento per le firme. Compilato e sottoscritto l’accordo, la prassi prevede un nuovo appuntamento per la conferma, di solito dopo 30 giorni. La mancata comparizione nel giorno concordato per la conferma da parte di uno dei due coniugi, fa saltare tutto. Il tutto costa 16 euro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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