SCHIO. Un televisore portatile arancione, anni ’60, epoca beat, forse 12, massimo 14 pollici, marca Radiomarelli, esposto in una vetrina della Galleria Lanificio Conte, attira l’attenzione dell’ispettore Rai in missione punitiva a Schio. «Lei lo paga il canone per quell’apparecchio?», chiede a Fabiola Ruaro, titolare del negozio Matriarca di articoli vintage, soprattutto per la casa, fra cui qualche mobile di fine ’800 e primi ’900, anche se non si tratta di antiquariato. «No, non so nemmeno se funziona, è inattivo da lustri. E comunque senza decoder non potrei ricevere i programmi. L’ho messo in vetrina perché è colorato e lo vendo a 40 euro come elemento di arredo». Solo che l'ispettore è stato inflessibile: basta la detenzione per fare scattare l'obbligo della tassa. Che sarebbe di oltre 200 euro, ma un mese è stato abbuonato e quindi la somma in bollettino è di 190 euro. «Pagherò, ma ho già dato disdetta. Mai più tv in negozio».