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«Un bluff il bollino ambientale»

La sede municipale di palazzo Garbin.  ARCHIVIO
La sede municipale di palazzo Garbin. ARCHIVIO
La sede municipale di palazzo Garbin.  ARCHIVIO
La sede municipale di palazzo Garbin. ARCHIVIO

La certificazione ambientale Emas, ottenuta nel 2004 dall’allora giunta Dalla Via, è sospesa da due anni eppure appare in calce ad alcuni documenti comunali. Se n’è accorto Vittorio Canova, medico legale nonchè portavoce di un comitato spontaneo a tutela di un’area verde a Ss. Trinità, tra via dei Nogarola e Tito Caporali. Insospettito dalla modulistica uscita da palazzo Garbin con in fondo segnalata come “organizzazione registrata Emas, sistema di gestione certificato per qualità, sicurezza e ambiente...”, ha scritto all’Ispra , l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, per avere delucidazioni. Ecco la risposta: “La registrazione Emas del Comune di Schio al momento non è attiva, pertanto non è presente nel registro nazionale delle organizzazioni aderenti ad Emas, pubblicato sul sito internet dell’Ispra e recentemente aggiornato, né in quello europeo”. Nel registro appare il liceo scientifico Tron, ad esempio, unico ente scledense presente. Il Comune non più, per sua scelta, da un paio d’anni, perché l’adesione «comporta costi e impegni non indifferenti. Questo non toglie che la nostra politica ambientale non sia in linea con questo richiesto dalle procedure Emas, anzi. Abbiamo fatto passi in avanti non indifferenti». Così spiega la situazione l’assessore Anna Donà, confermando che Schio non è più Emas. Ma la modulistica che riporta la registrazione? «Sono errori in buona fede. Si tratta di documenti vecchi sfuggiti al controllo degli uffici». Canova ne mostra tre: il modulo per la richiesta delle chiavi per i contenitori della raccolta differenziata in centro, rivolo solo a condomini e attività commerciali, il regolamento in materia di inquinamento acustico con cui le attività dichiarano l’assenza di apparecchiature rumorose e infine quello per il parcheggio nelle aree di sosta da parte di veicoli elettrici / ibridi per la sottoscrizione di abbonamenti annuali. Se per la seconda modulistica si può comprendere l’errore, per le altre due, assai più recenti, diventa più difficile spiegarlo. «La richiesta di parcheggio auto ibride fa riferimento a una delibera di dicembre 2017 quindi è molto recente», sottolinea Canova. Ben dopo, secondo quanto sostiene, lo stop alla certificazione Emas. «Non vorrei che questa faccenda venisse strumentalizzata a livello politico - afferma Donà. - Le nostre politiche ambientali sono sotto gli occhi di tutti, bollino Emas o meno». Difficile che non accada, visto che la segnalazione è stata inoltrata a tutti i consiglieri comunali, oltre alla giunta e all’ufficio ambiente, dove in questi giorni stanno rivedendo documenti e moduli, per capire quanto sia sfuggita di mano la questione. «L’utilizzo improprio non è stato volontario», assicura l’assessore, difendendo così la sua struttura». «Indipendentemente dalla volontarietà, è grave questo uso di una certificazione», chiude Canova, che ha segnalato la cosa anche all’Arpav. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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