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Sos droga e violenza. «Ma sono le seconde file»

L’operazione congiunta di carabinieri e polizia locale lunedì pomeriggio David Jully, 24 anni
L’operazione congiunta di carabinieri e polizia locale lunedì pomeriggio David Jully, 24 anni
L’operazione congiunta di carabinieri e polizia locale lunedì pomeriggio David Jully, 24 anni
L’operazione congiunta di carabinieri e polizia locale lunedì pomeriggio David Jully, 24 anni

Droga e violenza. Quello di lunedì è l’ultimo di una serie di episodi che sta minando la sicurezza in città. Ma se di un segnale c’era bisogno, è arrivato ieri con la decisione del giudice che, in attesa del processo fissato per il 5 novembre, ha disposto il divieto di dimora nel vicentino nei confronti di David Jully, 24 anni, arrestato lunedì per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e per porto abusivo d’armi, denunciato anche per lesioni dal connazionale vittima di un pestaggio selvaggio. Il tutto è avvenuto tra viale Trento-Trieste e via Lungo Leogra poco dopo le 15. Solo il pronto intervento congiunto di carabinieri e polizia locale, allertati dai passanti esterrefatti, ha evitato il peggio. Gli uomini coordinati dal capitano Jacopo Mattone e dal comandante Giovanni Scarpellini, dopo aver sedato la rissa, acciuffato due dei tre picchiatori e affidato alle cure dei sanitari del Suem il giovane malmenato, hanno rinvenuto cinque grammi di droga, 2,5 di marijuana e altrettanti di eroina confezionati in dosi pronte per essere smerciate, che erano stati in parte gettati nel greto del Leogra nella speranza che non venissero trovati. La droga è stata sequestrate assieme ad uno storditore elettrico (taser) e ad alcune banconote. LA SITUAZIONE. Droga e violenza lunedì si sono presentate assieme, a meno di due passi dal centro. E proprio questi due elementi sono da oltre un anno tra i protagonisti della vita scledense. Il ragazzo arrestato e residente in una struttura dedicata ai richiedenti asilo, poco meno di un anno fa era già stato denunciato a piede libero nella maxi-operazione coordinata tra polizia locale e polizia di Stato che aveva fatto scattare le manette ai polsi del 30enne gambiano Bakary Jammeh, conosciuto come il “ragazzo del Castello”. E se lo spaccio di droga non sembra conoscere crisi, è segno che il consumo stia seguendo lo stesso sentiero. In tutto questo, il centro di Schio è sotto i riflettori. Ci sono Castello e Valletta, aree note per le operazioni anti-spaccio ma anche per la brutale aggressione ad un ventenne romeno “reo” di aver negato una sigaretta ai suoi aggressori. La stessa colpa di cui si era macchiato uno scledense di 43 anni accoltellato in piazza Falcone e Borsellino, altro punto cruciale del “Medioevo” scledense tra consumo di alcolici e di droga. E se nella piazza scattano i divieti, ecco che i “problemi” si spostano non troppo distante dalla Valletta, tra lo skate park di via XXIX aprile e la stazione Ftv, teatro anche di un’aggressione con una pistola ad aria compressa. Senza dimenticare la brutale aggressione di cui è stato vittima il proprietario del locale “Cristal 2” di via San Giovanni Bosco un paio di settimane fa, un’area che rientra in un quadrante più ampio di cui fanno parte la Stazione Fs ed il parco Donatori di Sangue. Punti strategici da cui è un attimo raggiungere l’area del Leogra che si è surriscaldata lunedì. Può una sigaretta negata scatenare una violenza tale da fendere un coltello? Sì, suppongono gli inquirenti, se chi ha coltello ha bevuto ed è sotto l’effetto di stupefacenti. IL SINDACO. Il sindaco Valter Orsi ringrazia le forze dell’ordine per l’ultima operazione congiunta e spiega: «Mi rinfranca constatare come dopo le decise operazioni messe in campo nell’ultimo periodo, con una preoccupante escalation di episodi di violenza a Schio, ci troviamo a fronteggiare le cosiddette “seconde file”, segno che i gruppi malavitosi sono stati decapitati». Ma non basta a cantar vittoria, anzi: «La guardia non va abbassata e ho chiesto ai due comandanti la massima attenzione e fermezza per debellare questo commercio illegale. Anche genitori e famiglie devono collaborare perché educazione e controllo scongiurino l’estendersi di una piaga che colpisce anche i giovani. Ci vuole il sostegno di tutti per estirpare questo vergognoso mercato, anzi, per non consentire nemmeno che attecchisca». «Usando una metafora -prosegue Orsi -, dobbiamo agire come fecero i Romani contro i Cartaginesi nella terza guerra punica: mettere il sale nel terreno (dello spaccio), perché non possa crescere più nulla». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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