«Hanno sfrattato la mia famiglia da casa e da un mese viviamo in un garage».
Inizia così la vicenda di Helmy El Shikh, 47 anni, egiziano, giunto in Italia dal 2000 insieme alla moglie dalla quale ha avuto quattro figli: il più grande di sedici ed il più piccolo di cinque anni.
Inizia nel parcheggio interrato di piazza Falcone Borsellino, a Schio, dove da un mese l'uomo e la consorte, dormono a bordo della loro auto, una piccola utilitaria, sostando nei posti gratuiti riservati ai residenti dei condomini limitrofi. «Da quando non abbiamo più la casa viviamo alla giornata e dormiamo in auto- spiega l’uomo- i bambini però non dormono con noi: è troppo freddo e pericoloso stare nel parcheggio per questo sono temporaneamente ospiti di alcuni amici. La mattina ci alziamo e andiamo a prenderli per portarli a scuola, i conoscenti ci offrono le loro case per lavarci e mangiare: mia moglie si ferma ad aiutare le amiche, mentre io giro tutta la Provincia per cercare un nuovo lavoro».
Dal Comune fanno sapere che il caso è seguito ma che Helmy non si è fatto trovare quando poteva ricevere i sussidi: «Qui sono nati tutti i miei figli, ed abitavamo in un appartamento in via Castellani nel centro città- prosegue- Ho lavorato come operaio metalmeccanico, ma sempre con contratti a tempo determinato e, dal 2012, sono disoccupato».
L'ultimo lavoro svolto dall'uomo è stato con il Comune di Schio per il quale è stato impiegato in lavori di pubblica utilità. L'ente pubblico infatti, conoscendo la situazione della famiglia, ha provveduto, erogando i sussidi disponibili per legge, al pagamento delle spese del contratto di locazione e a dare un impiego all'uomo.
«Il lavoro saltuario non mi permetteva di pagare con costanza l'affitto ed il Comune mi ha aiutato- prosegue- i problemi sono iniziati un mese fa: quando al ritorno da un soggiorno in Egitto abbiamo trovato i sigilli alla porta di casa. Da allora viviamo in strada». La famiglia, infatti, dal mese di agosto a settembre è volata in Egitto per far visita ai parenti e quando è ritornata a Schio, nei primi giorni di ottobre, ha trovato la serratura di casa cambiata. «I nostri oggetti sono ancora nell'appartamento e non possiamo recuperarli- spiega Helmy- Gli amici ci aiutano offrendoci ospitalità:abbiamo provato a dormire a Casa Bakhita ma non è un ambiente adatto a dei bambini».
L'uomo si è rivolto nuovamente ai servizi sociali del Comune per ricevere assistenza: «La nostra casa è Schio- conclude- I miei figli sono italiani, vanno a scuola qui: sarebbe un trauma per loro lasciare l'Italia per vivere in Egitto. In Comune non ho ottenuto risposte: ciò che chiedo è un aiuto temporaneo ed una casa dove poter stare finché non trovo un lavoro».