“Scappo dalla città: la vita, l’amore e...le vacche” fu una commedia americana di successo dei primi anni ’90, con sequel. Lo scledense Cesare Raffaello compie lo stesso percorso solo che lo fa a 18 anni. Un millenial che molla parenti e amici e da due anni non vede l’ora di salire sopra il lago di Molveno, a malga Tovre, zona Paganella. E che per due edizioni consecutive ha vinto la mostra - concorso “Formai dal mont” a Tassullo, in Val di Non, dapprima trionfando tra i formaggi molli e l’anno dopo, giustamente, con quelli stagionati, tanto dal meritarsi articoloni sui giornali trentini visto che quella rassegna è delle più importanti a livello regionale ed è seguita da migliaia di appassionati. Un amore, quello per il Trentino e le sue malghe, nato quattro anni fa e ormai sbocciato. «A scuola aveva difficoltà - ammette mamma Francesca Vidale. - Si era iscritto all’istituto agrario di Lonigo ma poi era passato al centro di formazione professionale dei salesiani a Schio, sempre nel ramo agro-alimentare. Un ambiente molto aperto e costruttivo ma gli stessi docenti ci avevano fatto capire che non era il suo posto. Si è comprato un manuale del casaro ed ha deciso che quella era la sua strada. Quando torna a Schio, non vede l’ora di risalire in quota». Quello che gli piaceva era stare a contatto con la natura montana. Ha cominciato a frequentare Fausto Trentin del caseificio sociale di Torrebelvicino. Poi ha conosciuto Francesco Gubert, presidente di un’associazione di casari. E la scintilla è scoccata. Ha fatto amicizia con Leonardo, giovane malgaro delle Giudicarie ed ora è un casaro a tutti gli effetti. A “Formai dal mont” ha sbaragliato la concorrenza di 23 malghe in gara convincendo dodici giurati esperti e ripetendosi l’anno successivo. Infine il grande passo: è stato selezionato per la scuola di arte casearia di Moretta, in Piemonte, che è un po’ come la “Normale” di Pisa a numero chiuso. Quando gli hanno chiesto cosa vuole fare da grande, non ha avuto dubbi, come non ne aveva quattro anni fa, quand’era impegnato con la scuola dell’obbligo: «Voglio fare il casaro , vivere tra i pascoli, imparare come si trasforma il latte dopo aver munto le mucche». Missione compiuta, e i genitori ne sono felici. • © RIPRODUZIONE RISERVATA