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Molla tutto e va in malga Casaro da premi a 18 anni

Un selfie di Cesare Raffaello in malga, con una mucca sullo sfondoCesare mentre fa lezione di arte casearia ad una classe di alunni
Un selfie di Cesare Raffaello in malga, con una mucca sullo sfondoCesare mentre fa lezione di arte casearia ad una classe di alunni
Un selfie di Cesare Raffaello in malga, con una mucca sullo sfondoCesare mentre fa lezione di arte casearia ad una classe di alunni
Un selfie di Cesare Raffaello in malga, con una mucca sullo sfondoCesare mentre fa lezione di arte casearia ad una classe di alunni

“Scappo dalla città: la vita, l’amore e...le vacche” fu una commedia americana di successo dei primi anni ’90, con sequel. Lo scledense Cesare Raffaello compie lo stesso percorso solo che lo fa a 18 anni. Un millenial che molla parenti e amici e da due anni non vede l’ora di salire sopra il lago di Molveno, a malga Tovre, zona Paganella. E che per due edizioni consecutive ha vinto la mostra - concorso “Formai dal mont” a Tassullo, in Val di Non, dapprima trionfando tra i formaggi molli e l’anno dopo, giustamente, con quelli stagionati, tanto dal meritarsi articoloni sui giornali trentini visto che quella rassegna è delle più importanti a livello regionale ed è seguita da migliaia di appassionati. Un amore, quello per il Trentino e le sue malghe, nato quattro anni fa e ormai sbocciato. «A scuola aveva difficoltà - ammette mamma Francesca Vidale. - Si era iscritto all’istituto agrario di Lonigo ma poi era passato al centro di formazione professionale dei salesiani a Schio, sempre nel ramo agro-alimentare. Un ambiente molto aperto e costruttivo ma gli stessi docenti ci avevano fatto capire che non era il suo posto. Si è comprato un manuale del casaro ed ha deciso che quella era la sua strada. Quando torna a Schio, non vede l’ora di risalire in quota». Quello che gli piaceva era stare a contatto con la natura montana. Ha cominciato a frequentare Fausto Trentin del caseificio sociale di Torrebelvicino. Poi ha conosciuto Francesco Gubert, presidente di un’associazione di casari. E la scintilla è scoccata. Ha fatto amicizia con Leonardo, giovane malgaro delle Giudicarie ed ora è un casaro a tutti gli effetti. A “Formai dal mont” ha sbaragliato la concorrenza di 23 malghe in gara convincendo dodici giurati esperti e ripetendosi l’anno successivo. Infine il grande passo: è stato selezionato per la scuola di arte casearia di Moretta, in Piemonte, che è un po’ come la “Normale” di Pisa a numero chiuso. Quando gli hanno chiesto cosa vuole fare da grande, non ha avuto dubbi, come non ne aveva quattro anni fa, quand’era impegnato con la scuola dell’obbligo: «Voglio fare il casaro , vivere tra i pascoli, imparare come si trasforma il latte dopo aver munto le mucche». Missione compiuta, e i genitori ne sono felici. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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