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La pace dopo un secolo ma con i Savoia assenti

Un momento dell’incontro di ieri a palazzo FogazzaroUna stretta di mano per rinsaldare l’amicizia fra i popoliLo storico Paolo Mieli in prima fila all’incontro.  FOTO DONOVAN CISCATO
Un momento dell’incontro di ieri a palazzo FogazzaroUna stretta di mano per rinsaldare l’amicizia fra i popoliLo storico Paolo Mieli in prima fila all’incontro. FOTO DONOVAN CISCATO
Un momento dell’incontro di ieri a palazzo FogazzaroUna stretta di mano per rinsaldare l’amicizia fra i popoliLo storico Paolo Mieli in prima fila all’incontro.  FOTO DONOVAN CISCATO
Un momento dell’incontro di ieri a palazzo FogazzaroUna stretta di mano per rinsaldare l’amicizia fra i popoliLo storico Paolo Mieli in prima fila all’incontro. FOTO DONOVAN CISCATO

Peccato solo per la stretta di mano mancata. Ieri a palazzo Fogazzaro, alla cerimonia ufficiale per il centenario della fine della grande guerra era assente uno dei due ospiti “illustri” attesi da settimane. Con un telegramma il duca Amedeo d'Aosta, rappresentante di Casa Savoia, ha fatto sapere che purtroppo non avrebbe potuto essere a Schio per motivi di salute. Presente quindi solo l'arciduca Markus Asburgo Lorena della casa d'Austria. Anche se lo storico incontro non è avvenuto, l'arciduca d'Asburgo non ha mancato di esaltare il valori della pace e di amicizia. «Sono passate quattro generazioni – ha espresso con il suo tipico accento tedesco -ma la nostra memoria è intatta. Il ricordo della Grande guerra è ancora oggi un monito da tener presente per la nostra fragile Europa, nel superamento di confini di nazioni e popoli che in altre epoche provocarono conflitti e carneficine. Nulla si costruisce se si dimentica il passato». Il sindaco Valter Orsi ha invece evidenziato l'importanza di «una giornata che vede il riavvicinamento di due nazioni che un tempo si scontrarono ma che oggi lavorano insieme per un futuro migliore. Non c'è nulla da festeggiare quando si ricordano le guerre, ma oggi vogliamo declinare questo momento a livello culturale». Un approccio che è stato valorizzato anche da Elena Filippi, presidente dell'associazione Via Asburgo, sottolineando come «un uso mirato e consapevole della cultura deve essere il terreno fertile e vivace su cui poter costruire qualcosa di nuovo». Nell'affollata sala del Fogazzaro erano presenti oltre un centinaio di persone, oltre naturalmente alle autorità politiche e militari, associazioni e rappresentanti del mondo della cultura, tra cui lo storico - giornalista Paolo Mieli che ha poi tenuto una conferenza da tutto esaurito al teatro Civico, dedicata al tema “1918-2018. Fra illusioni e speranze”. Per un rapido saluto si sono inoltre alternati al microfono Marco Brunello, copromotore dell'iniziativa e presidente dell'associazione Forte Maso, e l'assessore regionale Elena Donazzan. Contestualmente a palazzo Fogazzaro era visitabile anche la mostra “L’epilogo della grande guerra nell’archivio Cibin”, che è stata presentata da Alessandro Gori, discendente e proprietario della collezione. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvia Dal Ceredo

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