<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Il bando fantasma della Fabbrica Alta

Le bancarelle negli spazi esterni della Fabbrica Alta alla recente mostra mercatoL’utilizzo dell’area verde davanti all’edificio.  FOTO DONOVAN CISCATO
Le bancarelle negli spazi esterni della Fabbrica Alta alla recente mostra mercatoL’utilizzo dell’area verde davanti all’edificio. FOTO DONOVAN CISCATO
Le bancarelle negli spazi esterni della Fabbrica Alta alla recente mostra mercatoL’utilizzo dell’area verde davanti all’edificio.  FOTO DONOVAN CISCATO
Le bancarelle negli spazi esterni della Fabbrica Alta alla recente mostra mercatoL’utilizzo dell’area verde davanti all’edificio. FOTO DONOVAN CISCATO

La Fabbrica Alta aperta d’estate ad attività ludiche e ricreative, come voleva l’amministrazione comunale, è rimasto un sogno, almeno per il 2018. Al bando promosso dalla giunta si erano presentati sei pretendenti: uno ha vinto, ma nessuno ha poi aperto i battenti. Il bando emesso in tempi record ai primi di maggio e conclusosi con il ritiro dei candidati, aveva come obiettivo la rivitalizzazione dell’area esterna della Fabbrica Alta, cioè il giardino confinante al parcheggio che di tanto in tanto apre ad eventi e manifestazioni. Le attività che si sperava venissero aperte erano commerciali, ovvero l’apertura di un bar che potesse essere in grado di soddisfare i requisiti necessari per un’eventuale preparazione, somministrazione e distribuzione di cibo e bevande, un’area di ristoro dove consumare quanto acquistato ed eventuali attività di contorno che potessero valorizzare il contesto culturale del luogo. Trattandosi di un progetto pilota, la concessione aveva la durata di tre mesi, da luglio a settembre, eventualmente rinnovabili di altri tre, entro il 31 dicembre. A carico dell’assegnatario erano imposte tutte le spese, i nulla osta, i permessi, le autorizzazioni necessarie con tanto di verifiche e assicurazioni, dispositivi per la sicurezza e messa in sicurezza dell’area. A presentare la domanda sono stati sei baristi della zona, mentre ad aggiudicarsi la concessione è stato Roberto Barbieri, grazie ad un’offerta ritenuta la più vantaggiosa individuata sulla base sia del canone offerto e sia del progetto delle iniziative proposte. Barbieri nel mese successivo si è però trovato costretto a ritirarsi per motivi personali, alcuni dei quali potrebbero essere stati causati dalle scorrerie estive delle baby gang nel territorio del Castello, poco al di sotto dello Skiosko, sempre in centro storico. «Se dovesse essere riproposto l’anno prossimo potrei decidere di parteciparvi nuovamente - ha detto Roberto Barbieri, contattato telefonicamente - dipende dalla proposta del Comune di Schio, e soprattutto dalle tempistiche che purtroppo quest’anno sono state troppo brevi per poter organizzare un piano d’azione efficiente». Della stessa opinione anche gli altri candidati in gara. Dopo il ritiro del primo classificato, l’amministrazione comunale ha immediatamente contattato coloro i quali si erano ugualmente proposti, ma, essendo già fine giugno - e quindi l’apertura sarebbe avvenuta solo a luglio inoltrato - nessuno ha voluto mettersi nuovamente in gioco per non essere costretto ad allestire in fretta e furia un luogo che richiede lunghi preparativi e grosse spese di manutenzione. Essendo il progetto una versione di prova, una sorta di test per vagliare le effettive possibilità di riuscita del luogo, l’amministrazione non aveva previsto clausole penali alla manifestazione d’interesse per la gestione, probabilmente per incentivare la popolazione a parteciparvi. Pertanto il ritiro di Roberto Barbieri dopo l’aggiudicazione è stata un’azione completamente legittima e, di fatto, a rimetterci è stata la città di Schio la quale ha perso l’utilizzo, almeno per quest’anno, di un posto suggestivo e incantato come i giardini della Fabbrica Alta. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Massimo Dagli Orti

Suggerimenti