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Corteo e proteste contro il Comune

Un momento della manifestazione antifascista organizzata per celebrare il 25 aprile.  FOTO ZILLIKEN
Un momento della manifestazione antifascista organizzata per celebrare il 25 aprile. FOTO ZILLIKEN
Un momento della manifestazione antifascista organizzata per celebrare il 25 aprile.  FOTO ZILLIKEN
Un momento della manifestazione antifascista organizzata per celebrare il 25 aprile. FOTO ZILLIKEN

Karl Zilliken La tensione c'era. Le forze dell'ordine, discrete, anche. Ieri il primo pomeriggio scledense si presentava grigio come il cielo che l'accompagnava. Il corteo organizzato dal comitato “Schio Antifascista” per celebrare la data della Liberazione della Città dell'Omo, nonostante le premesse pacifiche, era osservato speciale. Lo sapevano i carabinieri, la polizia di Stato e la polizia locale che hanno presidiato sia l'andamento della manifestazione, sia le strade su cui si sarebbe snodato il serpentone dei partecipanti. E questo perché il clima a Schio non è dei più sereni: c'è il comitato “PrimaNoi” che ha addirittura chiesto un referendum all'amministrazione per far sloggiare “Arcadia” dalla struttura comunale di via Lago di Tovel. C'è lo stesso Comune, poi, che ha deciso di non concedere piazza Rossi al comitato “Schio Antifascista” per la conclusione della manifestazione. Ufficialmente per la concomitanza della “City jungle” in centro; secondo gli organizzatori, invece, «per motivazioni di carattere politico». E più ci si avvicina alla data dell'Eccidio e peggio è. Il timore era che le polemiche potessero sfociare in tensioni ma ad essere tesi sono stati solamente i toni. Non c'è stato bisogno di blindare le vie del centro ma, grazie alla sorveglianza presente che ha anche fatto defluire il traffico (blando) del primo pomeriggio scledense e allo spirito dei manifestanti, tutto è andato per il verso giusto. «Quest'amministrazione non batte ciglio quando il 7 luglio scendono in piazza gli skinhead – ha attaccato Jacopo Borga del comitato “Schio Antifascista” dal microfono -. Oltre a negare la piazza a noi oggi, ha anche scelto di far sfilare il corteo del 25 aprile tra le bancarelle del mercato. Queste sono scelte che qualificano la giunta. Il nostro vuole anche essere un monito perché non si vedano più parate nazifasciste e saluti romani». Di diverso tenore gli interventi di Antonio Angelina, presidente dell'Anpi della Val Leogra: «Chi ha combattuto per la Resistenza lo ha fatto per la democrazia – ha spiegato -. Siamo rimasti stupiti dell'assenza di rappresentanti dell'amministrazione: chi governa dovrebbe essere in piazza con noi per ribadire che le piazze di Schio devono essere democratiche». Tra i partecipanti c'era il primo cittadino di Santorso, Franco Balzi. Il sindaco di Schio, Valter Orsi, ha ribattuto: «Hanno presentato la richiesta di occupazione del suolo pubblico per Piazza Rossi sapendo già che sarebbe stata negata. Il loro comportamento, poi, è stato vergognoso perché hanno tappezzato la città di manifesti abusivi. Per questo saranno sanzionati e sarà a loro addebitato anche il costo della rimozione. Bell'esempio hanno dato. Saranno anche multati per aver comunque concluso la loro manifestazione in piazza Rossi. Per quanto riguarda infine la manifestazione del 25 aprile scorso, la decisione di passare attraverso il mercato era stata condivisa anche per una scelta di apertura alla cittadinanza». Dopo il ritrovo in via Baratto, dove fu ritrovato il cadavere del partigiano Giacomo Bogotto, il corteo è sfilato verso la piazza che gli era stata negata: davanti al duomo, quindi, la sosta con l'immancabile “Bella ciao” e l'accensione di fumogeni, quasi a voler rivendicare il possesso del cuore della città. E dopo la prosecuzione del corteo tra via Pasini, via Monte Ciove, via S. Giovanni Bosco e via Btg. Val Leogra, il ritrovo conclusivo e non autorizzato proprio in piazza Rossi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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